google.com, pub-1908550161261587, DIRECT, f08c47fec0942fa0 Pensieri sparsi: Dentro la Certosa di Pavia

lunedì 21 febbraio 2011

Dentro la Certosa di Pavia

Dall'unica prospettiva possibile, in quanto protetto da una cancellata, nelle fotografie si ammira l'altare con il Polittico del Perugino conservato nella Cappella di S.Michele Arcangelo, posta sul lato sinistro della navata della Certosa di Pavia.

In queste antiche copie si possono vedere il demonio ucciso dall'Arcangelo Michele, il sacco dove la Madonna appoggia il Bambin Gesù e il cagnolino che accompagna Tobia che, nelle tavole originali, risultano essere stati tagliati. L'unico pezzo originale del Perugino è quello che raffigura il Padreterno Benedicente, affiancato dai Dottori della Chiesa dipinti dal Bergognone.



il Padre Eterno Benedicente

Come spiegato nell'articolo, gli originali delle tre tavole inferiori sono conservate al National Gallery di Londra.
I dipinti e i disegni che il Perugino creò per la Certosa di Pavia

Un sabato pomeriggio lontano dai rumori e dalla ressa della città. Un tuffo nella storia dell’arte, per imparare il significato di un quadro, immersi nei paesaggi rarefatti e nella bellezza dolce e astratta del Perugino (1450 circa - 1523).
Domani alle 15 nella sala Cartusiana della Certosa di Pavia, nell’ambito del ciclo di incontri dedicati al patrimonio artistico della Certosa e al suo Museo, lo storico dell’arte Furio Rinaldi coordinato da Letizia Lodi, direttore del museo della Certosa, terrà una conferenza dal titolo “Un’aria angelica et molto dolce. Perugino: dipinti e disegni per la Certosa”. Più che una lezione sarà una conversazione, accessibile anche a chi del Perugino conosce poco o niente, una storia romanzata che catturerà l’attenzione del pubblico. E alla fine, davanti al quadro, chiunque sarà in grado di leggerci qualcosa. A cominciare da quell’ “aria angelica et molto dolce” che è una peculiarità nella poetica di Pietro di Cristoforo Vannucci, in arte Peurgino: “Maestro Singolare, le sue cose hanno aria angelica et molto dolce”, così il pittore venne segnalato al Moro da un suo agente fiorentino, e per lo stesso motivo fu scelto per intervenire sulla Certosa di Pavia. «Il Moro - spiega Furio Rinaldi - era infatti alla ricerca dei migliori artisti fiorentini (Leonardo da Vinci era già a Milano) a cui assegnare due pale d’altare per quello che era il principale cantiere rinascimentale del ducato, la Certosa. Insieme al Perugino gli era stato segnalato Filippino Lippi, ma la bellezza e la delicatezza dei tratti del maestro di Raffaello non avevano eguali, Ludovico non ci pensò due volte e la commissione venne affidata nel 1496 al Perugino». L’artista, che allora era al vertice della sua fama (oltre al polittico stava progettando la pala di Cremona, quella di Bologna e il quadro con La Lotta di Amore e Castità eseguito per Isabella d’Este a Mantova), ci lavorò fino al 1500, mettendo anima e corpo in questo progetto, e il risultato fu «di tale bellezza e perfezione - continua Rinaldi - che spesso in passato è stata chiamata in causa la mano del suo allievo, Raffaello. Ma si sa, le opere giovanili di Raffaello non arrivano a una tale qualità». Il polittico si compone di due registri: quello inferiore (tre tavole da 126x58 centimetri) con La Madonna col Bambino, l’Arcangelo Michele e l’Arcangelo Raffaele con Tobiolo, dopo essere stato alienato nel periodo napoleonico e passato nella collezione Melzi d’Eril a Milano, fu venduto nel 1856 alla National Gallery di Londra, dove risiede tutt’ora, e da dove non è mai più uscito, negato a ogni prestito per mostra. Le tavole mancanti furono sostituite dalle copie attuali, realizzate tra il 1608 e il 1640 da un pittore lombardo, forse Giacomo Antonio Santagostino. La tavola superiore invece, con il Padre Eterno Benedicente, unica autografa del Perugino rimasta, è conservata ancora alla Certosa. Spiega Rinaldi: «Al momento delle soppressioni austriache-giuseppine del 1784 non venne riconosciuta come opera del maestro rinascimentale, ma assimilata al minore Mariotto Albertinelli, sfuggendo così alle requisizioni». Oltre a ripercorrere la storia del polittico, Rinaldi mostrerà anche dei bellissimi disegni preparatori (autografi) che il Perugino eseguì in fase di realizzazione.
Chiara Argenteri 

dalla Provincia Pavese del 18 febbraio 2011