google.com, pub-1908550161261587, DIRECT, f08c47fec0942fa0 Pensieri sparsi: aprile 2012

giovedì 26 aprile 2012

Un Barcè alla Certosa di Pavia

Che cosa ci faceva questa mattina un Barcè parcheggiato sul piazzale davanti al monumento della Certosa di Pavia? Chi vive in provincia di Pavia non può non sapere cos'è un Barcé. E' la tipica barca fluviale, così chiamata a Pavia che, leggerissima, scorre agile e impavida sulle acque del Ticino. Lungo le rive dei nostri corsi d'acqua padani purtroppo non è più così frequente vedere queste imbarcazioni. Per secoli hanno solcato il fiume in lungo e in largo, mezzo di trasporto e strumento di lavoro per i pescatori di fiume.



Mi fermo a parlare con chi sta custodendo il Barcé parcheggiato e scopro che Guido Morandini, regista Rai, oggi è alla Certosa di Pavia. Sta facendo un viaggio. Un viaggio sui fiumi e canali lombardi, tra Po, Ticino e Navigli. Un viaggio che sarà anche un racconto televisivo, un documentario prodotto da RAI 5.

Il suo viaggio ha come obiettivo documentare le origini del Duomo di Milano. Tutto il percorso che, sulle acque dei canali navigabile e dei fiumi lombardi fece, dalle cave di Candoglia in quel di Brescia il famoso marmo rosato che servì per realizzare il Duomo di Milano ed anche la Certosa di Pavia. Durante il tragitto Guido Morandini (urbanista che ha collaborato alla realizzazione del Piano Regolatore Generale di Roma, Siena e Follonica) non è nuovo a questo tipo di esperienza e non vuole limitarsi a  risalire sulle acqua il percorso del marmo e dei materiali di costruzione della grande cattedrale meneghina, ma vuole incontrare il territorio e la sua attualità. Visito incuriosito il blog "Spartiacque - La cattedrale sull'acqua" dedicato a questa sua nuova avventura e leggo con piacere che sta percorrendo questo suo nuovo viaggio nella cultura e nell'umanità padana.

Oggi Morandini è qui a Certosa e con la telecamera sta documentando il marmo dei bassorilievi della facciata del Monumento, muto testimone che ha visto scorrere attraverso i secoli - la vita scorrere ai suoi piedi, come sulle rive dei nostri corsi d'acqua. Aspetto con ansia di leggere le altre tappe e poi infine di vedere il documentario in TV.

mercoledì 25 aprile 2012

25 aprile 1945, Liberazione e Aquile Randagie

Buon 25 aprile a tutti... oggi si festeggia il 67° anniversario della Liberazione.

Il 25 aprile del 1945 i nostri padri e nonni onorarono l'Italia democratica liberandola dalla dittatura e portando la pace dopo una lunga guerra che fece milioni di morti in tutto il mondo.

Oggi voglio ricordare quello che fu l'impegno delle Aquile Randagie per la Liberazione ed alcune cose ai nostri ragazzi che spesso, purtroppo, non sanno nemmeno cosa si celebra oggi.
Primavera d'Italia, riappaiono gli Scout senza sventolii o esibizionismi, per collaborare con attività di soccorso e collegamento nelle ore cruciali della rivolta.
(da uno scritto di Guido Bertone)
Questo orgoglio va sottolineato perchè gli scout italiani sfidarono il regime fascista per diciassette anni e presero parte attiva alla Resistenza e alla lotta contro l’occupazione nazista. Voglio dedicare questo spazio ad alcuni accenni della storia delle Aquile Randagie, dell’OSCAR, e più in generale degli scout italiani che sfidarono il regime fascista.

Il fondatore dello scoutismo, Robert Baden-Powell, era un militare pluridecorato che ne aveva abbastanza della guerra, sognava un mondo in pace e delle armi voleva salvare solamente l’enorme potenziale educativo della vita e dell’esplorazione nella natura, dell’ingegnarsi per vivere con mezzi essenziali. Lo scoutismo fu pensato da Baden-Powell con l’obiettivo di formare il buon cittadino, competente, capace di grandi ispirazioni e capace di progettare una vita autonoma e dedicata al servizio inteso non solo come servizio verso il prossimo, ma come scelta di vita.

Lo scoutismo in Italia non potè convivere con il fascismo. Fin dai primi anni del regime fascista vi furono assalti alle sedi ed episodi di gravi violenze commesse nei confronti degli scout. Il 23 agosto 1923 ad Argenta viene assassinato don Giovanni Minzoni “colpevole” di aver zittito il segretario locale del fascio che gli impediva tra le ingiurie di esporre le finalità dello scoutismo in un pubblico evento. Era la vendetta nei confronti di un frequentatissimo gruppo scout, dove il locale gruppo di Balilla non registrava che un solo iscritto.

Tra il 1927 e il 1928 il regime fascista sopprime definitivamente lo scoutismo. Gli scout di tutta Italia organizzano cerimonie per la cessare le loro attività. Ma molti decidono di non cedere di fronte al sopruso e prendono la via della clandestinità. Il caso più celebre è quello delle Aquile Randagie, gruppo di scout clandestini attivo tra Milano, Como, Parma e Monza.
Esponendosi a gravi rischi e con personali sacrifici continuarono a svolgere attività e campi indossando con orgoglio l’uniforme.

Riuscirono così a mantenere i rapporti con l’organizzazione mondiale dello scoutismo. Il gruppo era ispirato dal giovane educatore Giulio Cesare Uccellini (Kelly) e dall’esploratore Andrea Ghetti (Baden).

Il gruppo riuscì a sventare tentativi di infiltrazione di fascisti, si passava le informazioni sugli appuntamenti attraverso dei foglietti che erano nascosti sapientemente nel foro della colonna di un palazzo nei pressi di piazza del Duomo. Ancora oggi quando la stretta di mano con i mignoli incrociati è quella che si usava negli anni della clandestinità.

Dopo la caduta del fascismo e l’8 settembre, le Aquile Randagie decisero di costituire l’O.S.C.A.R. (Opera Scoutistica Cattolica Aiuto Ricercati), con l’obiettivo di trarre in salvo chiunque fosse ricercato dai nazifascisti.

Nessuno come le Aquile Randagie conosceva la Val Codera, i cui sentieri di montagna garantivano il passaggio del confine svizzero. Così Oscar divenne presto un nome di persona, un tam-tam che celava rischiose operazioni di salvataggio, la stampa di documenti falsi, la diffusione della rivista clandestina “il Ribelle”. Celebre rimase il “rapimento” dall’ospedale di un bambino ebreo destinato al campo di sterminio.

L'attività dell'O.S.C.A.R. si riassume in 2.166 espatri clandestini, tra i quali quello di Indro Montanelli, 500 preallarmi, 3.000 documenti falsi e una spesa di 10 milioni di lire di quel tempo. LE attività dell’O.S.C.A.R. fecero infuriare le SS e i Fascisti che iniziarono la caccia all’uomo. Cominciarono i primi arresti, le torture e le esecuzioni.

“Le Aquile Randagie considerarono tutto come dovere, come coerenza ad una Promessa che nessuna dittatura avrebbe potuto cancellare dal loro spirito. Agirono così, perché così dettò la loro coscienza; erano ragazzi di modeste famiglie del nostro popolo (...) Non pensavano ad un avvenire di conquista di potere, erano rimasti quello che un giorno si erano impegnati di essere: Scout. Solo questo, per un atto di lealtà verso se stessi e verso altri ragazzi cui un giorno avrebbero consegnato, intatto, un Ideale” Guido Bertone)

Val Codera - La Centralina (di Agesci Umbria)

domenica 22 aprile 2012

San Giorgio, santo patrono degli scout

Il 23 aprile di ogni anno gli esploratori e le guide rinnovano solennemente la Promessa scout, secondo l’invito di Baden-Powell, il fondatore dello scautismo, il fondatore dello scautismo, che suggerisce di “rammentarla”.

Richiamando la figura del santo cavaliere, invita ripetutamente gli scouts a rifarsi alle virtù eroiche di tale modello che può ispirare il loro itinerario di formazione educativa. Baden-Powell raccomanda agli scouts di tutto il mondo non tanto la persona del Santo in sé, quanto i principi e le qualità che egli impersona e rappresenta.

Baden Powell propone San Giorgio come modello a cui dovrebbe ispirarsi ogni scout o guida, anche di fedi diverse dalla cristiana.

Perché san Giorgio è un modello, anzi il patrono degli scouts?

San Giorgio incarna gli ideali del cavaliere medioevale: difensore di miseri ed indifesi, viene eletto patrono della cavalleria crociata. Della sua vita, famoso è l’episodio in cui libera la Principessa dal dragone.

Nel Medioevo la sua lotta contro il drago diventa il prototipo della lotta del bene contro il male e per questo il mondo della cavalleria vi vede incarnati i suoi ideali.

San Giorgio è esempio di cavaliere ardente, entusiasta, fedele, forte, vittorioso.

San Giorgio é un modello per ogni scout e guida, che nella Promessa si impegnano a vivere la propria vita a servizio di Dio e dei fratelli, attraverso buone azioni ed il servizio ad aiutare quanti sono in difficoltà.

La stessa Legge scout, come rivisitazione degli ideali cavallereschi, trova in san Giorgio il suo modello di “fattibilità”.

Un esploratore e una guida, guardando a questa figura simbolica, sanno di poter vivere anche loro la grande avventura, fedeli e pronti nel compiere il bene anche superando prove difficili.


Il 23 aprile si festeggia San Giorgio.