google.com, pub-1908550161261587, DIRECT, f08c47fec0942fa0 Pensieri sparsi: agosto 2010

martedì 24 agosto 2010

L'ambiente è in primo piano a Certosa di Pavia

Ma cosa sta accadendo attorno al nostro comune?

A Vellezzo Bellini stanno completando i magazzini nella frazione di Giovenzano (vicino a Torriano) ed hanno iniziato i lavori per realizzare una nuova zona artigianale nella frazione di Tripoli (nei campi di fronte al ponte sul naviglio che porta a Giussago).

Il comune di Pavia avrebbe intenzione di ampliare la sua zona industriale nord con un incremento degli insediamenti in zona Campeggi.

Siamo in attesa della definitiva approvazione del centro commerciale voluto dal comune di Borgarello e che sconvolgerà il paesaggio di Cascine Calderari.

Grazie a questa nuova ed enorme struttura ci regaleranno la nuova tangenziale che, finalmente ci libererà la via Partigiani dal traffico.

Forse.

Sì, forse, perchè, dopo la realizzazione della tangeziale, a Torre del Mangano sulla via Partigiani (la ex statale 35 che passa davanti alla chiesa di San Michele), il traffico di camion che si recano ai Molini Certosa e degli autobus della Sila per Milano e Lacchiarella resterà molto probabilmente pressochè lo stesso.

Forse, perchè, un paio d'anni fa cadde il muro di cinta del Monumento e si disse che, per non danneggiarlo ulteriormente, era necessario istituire un divieto mattutino di transito ai mezzi pesanti sulla provinciale che va a Zeccone.

Il traffico che proviene da Zeccone, dovrà comunque arrivare fino alla via Partigiani, perchè è giusto che venga rispettato il divieto di transito che Giussago ha messo per chi non è lì residente.

Ma di notte, al mattino presto e nel pomeriggio il traffico non da fastidio e non fa danni.

Nella zona il traffico sarà inesorabilmente destinato ad aumentare nei prossimi anni e questo è un processo che forse nessuno può (o forse non vuole) più fermare.


E' interessante vedere come l'amministrazione comunale di Certosa di Pavia si sia impegnata molto nella realizzazione di progetti ad alto contenuto ambientalista.

Il fotovoltaico e le piste ciclabili a Torre del Mangano sono solo gli ultimi dei progetti, finanziati in parte dalla regione Lombardia, che saranno realizzati.

Tutto molto bello ed interessante.

Sempre che si continui a dare le risposte giuste - ed adeguate - ad alcune domande.

Queste sono le mie.

La rete di piste ciclabili sarà salvaguardata dalla nuova tangenziale?

Le frazioni saranno collegate meglio o resteranno isolate?

Cosa si può fare di più per tutelare il "nostro" territorio in vista anche di uno sviluppo turistico ecocompatibile?

I nostri figli e nipoti ci ringrazieranno se sapremo continuare a difendere al meglio quello che la natura ci ha dato e che, una volta distrutto, nessuno sarà più in grado di ricostruire.

giovedì 19 agosto 2010

Centro commerciale a Borgarello: cosa vuole fare l'associazione Parco Visconteo?

Pubblico l'ultima notizia di ferragosto che ho trovato al mio rientro a casa.
Da notare che si parla tanto di Borgarello, ma tutta la struttura sarebbe da realizzare alle porte di Cascine Calderari e che le strade di collegamento (con tutto il traffico pesante di TIR e camion) passeranno tutte sul territorio di Certosa di Pavia.

«Sulle barricate contro il megacentro»

BORGARELLO. «Se speravano di preraraci il pacchetto approvando il centro commerciale in piena estate quando tutti sono via si sono sbagliati: siamo pronti a tornare sulla barricate come cinque anni fa». Emilio Rizzi è il presidente dell'associazione "Parco visconteo".  In cinque anni sono cambiate tante cose: il progetto di centro commerciale a Borgarello (ma a meno di 10 minuti d'auto da Pavia) si è ristretto da 55mila metri quadrati a "soli" 15mila, e il comitato nato per contrastare lo sbarco di una città commerciale a un chilometro in linea d'aria dalla Certosa si è trasformato in una associazione. «Non ci eravamo illusi che il pericolo fosse scampato - allarga le braccia Emilio Rizzi -. Per questo siamo sempre rimasti all'erta. Cinque anni fa erano bastate due domeniche per raccogliere mille firme contro il centro commeriale: in tre gorni davanti al monumento della Certosa abbiamo raccolto 3mila firme fra i turisti. Hanno fatto un passo indietro, ma ora sono tornati: non conta che il centro commerciale sia un po' più piccolo, conta che ancora una volta il partito del cemento e degli affari torna alla carica e rischia di snaturare il parco visconteo. Siamo pronti a tornare sulla barricate: raccoglieremo firme e faremo pressione sui sindaci. Mobiliteremo la gente e la porteremo sotto le finestre dei palazzi del potere».  L'associazione Parco visconteo attacca il comune di Borgarello e non risparmia quello di Pavia.  «E' evidente che un centro commerciale delle dimensioni di quello propiosto non avrà come abcino di utenza solo Borgarello - aggiunge Rizzi -. L'obettivo è quello di attirare clienti da Pavia. Il risultato, però, sarà quello di far morire il commercio di vicinato nei paesi prima ancora che a Pavia. E l'amministrazione di Pavia che dice? Si oppone? Ma opporsi a parole non basta e finora abbiamo sentito solo parole timide». L'ultima stoccata per la Provincia: «Dov'è il ruolo di coordinamento territoriale della Provincia? - conclude Rizzi - Basta la promessa di una strada per abbassare la testa ed accettare un progetto che snaturerà tutto il territorio?». (s. ro.)

domenica 8 agosto 2010

Finalmente (?) la tangenziale a Certosa di Pavia (e non solo)

Anzi più che tangenziale un passante.

Come quello di Mestre per Venezia...

Come quello dei treni a Milano...

L'assessore al territorio della provincia di Pavia, Romano Gandini, nella dichiarazione rilasciata alla Provincia Pavese di ieri fa riferimento al PGT approvato.


"il presidente Poma potrebbe garantire agli abitanti di Certosa la tangenziale più volte promessa.  «Non ho ancora visto la pratica - chiarisce l’assessore al territorio Romano Gandini - la Provincia dovrà esprimere il proprio parere dopo aver valutato se l’operatore ha rispettato tutte le prescrizioni stabilite in fase di Pgt che era stato approvato l’anno scorso, anche con il nostro parere favorevole»"
Forse non conosco esattamente tutti gli esatti confini ma, per quanto ne so, la Cascina Rizza dovrebbe essere nel territorio del comune Pavia ed il PGT di Pavia non è stato ancora approvato.


A Certosa di Pavia il 17 febbraio 2010 è stato presentato (purtroppo la qualità del video non è delle migliori) il documento di scoping

17-02-2010 Assemblea P.G.T. Certosa di Pavia from Riccardo Monferrato on Vimeo.

con la VAS (Valutazione Ambientale Strategica) del PGT di Certosa di Pavia e, forse è ancora colpa mia che mi sono perso qualcosa, ma a me non risulta che il PGT sia già stato approvato dal Consiglio Comunale.

Solo a Borgarello lo hanno già approvato, il  18 marzo 2009, ed infatti il 12 luglio 2010 - due giorni prima che il sindaco di Borgarello presentasse le proprie dimissioni, poi ritirate - a Borgarello hanno approvato le delibera n.16 di adottare la pianificazione attuativa relativo all'Ambito di Trasformazione ATC 2.

Per chi non vuole leggere tutta al delibera spiego che si tratta della concessione data, dal comune di Borgarello, alla realizzazione di un nuovo centro commerciale. Più grande dei Carrefour di Pavia e di quello di Assago. Il fatto importante è che, non trattandosi di una piccola drogheria, il centro commerciale avrà bisogno di nuove strade molto grandi. Per averne una pallida idea si può fare un giro al Bennet di San Martino e immaginare di vedere la cupola del Monastero della Certosa dietro il neon dell'insegna.

Probabilmente la nostra zona fra qualche anno sarà così. Che bello, forse ci sarà più lavoro per tutti. Probabilmente andremo anche di più in vacanza, forse a Montescano o a Salice.
Comunque vadano le cose e senza ironie la realtà è molto seria e va affrontata con il massimo impegno da parte di tutti.

Si spera che vengano adeguatamente informati tutti i soggetti che hanno titolo e diritto a partecipare alla conferenza di servizi, che sembra debba essere stata convocata a settembre.

Fino ad oggi a Borgarello se la sono suonata e cantata da soli, come anche confermato dalla dichiarazione della Consigliera Guarino, capogruppo di minoranza, che - per comodità di lettura - ho evidenziato.

In sede di esame la conferenza di servizi dovrà anche analizzare molto attentamente un aspetto - che viene puntualmente indicato nell'evidenziato intervento della consigliera Baronchelli (anche'essa di minoranza) - da non sottovalutare.

Gli aspetti di impatto ambientale devono essere affrontati completamente e devono essere date risposte precise. Se così non fosse saremmo nella solita situazione che italiana che, prima di un'elezione politica, vengono fatte promesse (da destra, da sinistra e da chiunque) che illudono tutti, lasciando poi scontenti gli uni e gli altri, tranne quelli che, nella situazione a loro favorevole (in questo caso sarebbero i futuri lottizzatori edilizi), hanno goduto dei benefici realizzati con la speculazione realizzata.
Stralcio delle relazioni dei Consiglieri Comunali intervenuti nella "discussione" della delibera di Borgarello trascritte sulla delibera
• Il Consigliere Giovanni Poma nonché Vice Sindaco, dichiara “A completamento di quanto il Sindaco ha comunicato aggiungo alcune considerazioni di carattere generale che ci hanno convinto ad accettare il progetto per la costruzione del complesso polifunzionale integrato per attività economiche e di servizio presentato dalla società Progetto Commerciale. Tutti gli interventi a commento del progetto si sono soffermati nell'analisi dell’impatto che il centro commerciale potrà avere sul territorio non considerando i vari servizi che saranno disponibili per gli abitanti anche delle zone limitrofe. La superficie di vendita sarà di 14950 mq di cui 2500 per il settore alimentare, l’albergo ed i servizi annessi occuperanno 6500 mq, ristorante bar e sale di intrattenimento 12000 mq, stazione di servizio 500 mq. Si può quindi concludere che più del 50% della superficie impegnata sarà dedicata a servizi. Non dobbiamo dimenticare che tutte le costruzioni sorgeranno a mt 150 dalle sponde del Navigliaccio al di fuori dell’area sulla quale la legge Galasso impone dei vincoli. Tra il Navigliaccio e le costruzioni sarà costruito un parco di verde tematico con piantumazioni e laghetti di 32700 mq e nello spazio commerciale saranno presenti 67000 mq di verde privato. La viabilità sarà sicuramente migliorata per Borgarello in quanto la tangenziale che sarà costruita toglierà il traffico della ex SS 35 e verrà riqualificato l’accesso a Borgarello. I negozi di vicinato non saranno penalizzati, perché la distanza è notevole e si potrà raggiungere solo con mezzi come tutti i centri già esistenti in zona. La multisala cinematografica rappresenterà un nuovo punto di aggregazione per gli appassionati e la pista del ghiaccio completerà l’offerta di strutture sportive. Presso gli uffici del Comune di Borgarello sarà aperto uno sportello per la raccolta delle richieste di spazi commerciali, con diritto di prelazione per i negozianti presenti sul territorio. Tutta la documentazione relativa alle richieste verrà trasferita al soggetto gestore. Per tutte le strutture si prevede l’impiego di 650 persone di cui il 50% femminile. Le attività indotte dovrebbero occupare 45 persone.
Tutto il personale sarà assunto nelle zone di Borgarello e confinanti. Il sindacato monitorerà l’andamento della gestione del personale con gli uffici competenti. A coloro che si oppongono a questa realizzazione, vorrei chiedere delle proposte costruttive per realizzare quanto era previsto nel nostro programma che ci ha consentito di vincere le elezioni di un anno fa. Se, come penso, non ci sono proposte, vi chiedo di aggiungere alle nostre osservazioni anche le vostre proposte ed insieme costruiremo un paese vivibile con dei buoni servizi”.

• Il Consigliere Roberto Emma, capogruppo di maggioranza, dichiara:“L’intervento che oggi viene posto all'Attenzione del Consiglio Comunale dà inizio ad una fase procedurale nuova di un progetto che oramai è all'ordine del giorno da diversi anni e che è stato affrontato da diverse amministrazioni. Sul merito della proposta dobbiamo dare atto al Sindaco e alla Giunta di aver mantenuto fede alle promesse elettorali. Si diceva “un intervento a misura d’uomo e compatibile con il contesto”. Ci sembra che l’aver ridotto la superficie di vendita da 40.000 A 14.950 metri quadri e la parte dedicata al settore alimentare da 6.000 A 2.500 metri quadri siano dei concreti e tangibili segni di questo impegno soprattutto se si considera che il P.G.T. efficace avrebbe permesso una superficie lorda di pavimento di 60.000 metri quadrati di sola area commerciale. Inoltre in un momento di grave crisi economica ci sembra che un intervento che possa garantire nuovi posti di lavoro sia di fondamentale importanza. Da ultimo non va trascurato il fatto che, nonostante la riduzione operata dall'Amministrazione, i benefici pubblici sono sostanzialmente immutati (5,4 milioni di euro invece che i 5,5 previsti nell'atto unilaterale d’obbligo presentato nel maggio 2006). Tutto ciò premesso , in accordo con l’Amministrazione, siamo a richiedere una modifica nella convenzione e precisamente che gli oneri di urbanizzazione secondaria non vengano scomputati. Infatti pur riconoscendo l’originalità e importanza del parco del Navigliaccio riteniamo che esso sia strumentale e di fruizione per l’insediamento stesso e non possa venire qualificato come “verde di quartiere” ex articolo 44 comma 4 della Legge Regionale 12 del 2005 e successive modificazioni. Ciò detto il nostro gruppo esprimerà parere favorevole all'intervento.”

• Il Consigliere Antonio Vitolo, capogruppo di minoranza dichiara “di condividere e approvare la relazione del Capogruppo Emma con particolare riferimento alla modifica della convenzione prevedendo che gli oneri di urbanizzazione secondaria non vengano scomputati e che il relativo importo venga destinato ad edilizia scolastica. Richiede che si ponga in carico alla società l’onere di salvaguardare i livelli occupazionali con la garanzia del 100% di assunzioni, tutte a tempo indeterminato e non del 30% come previsto nell'attuale convenzione. Ritiene che questa sia una responsabilità precisa che il comune si deve assumere . Ritrova nella scelta della cessione di Villa Mezzabarba il programma amministrativo del Sindaco e su questa scelta, a suo parere, non ci devono essere contropartite di alcun genere, neanche monetario. Si acquisisca Villa Mezzabarba e questo resti un punto fermo. Su tutto il resto ritrova le caratteristiche di un centro commerciale tradizionale mentre sono venuti a mancare una serie di spazi destinati alla cultura quali il teatro, la scuola di teatro e un centro congressi.”

• La Consigliera Baronchelli, capogruppo di minoranza, ribadisce “adesso come già fatto in altre sedi la propria contrarietà assoluta all'ennesima colata di cemento in un terreno vergine o comunque in gran parte agricolo. L’aspetto dell’occupazione va sempre salvaguardato ma non certo continuando a costruire centri commerciali.   La salute dei cittadini viene intaccata perché il centro porterà comunque un aumento del traffico e rimarranno le criticità lungo l’asse viabilistico est/ovest.   La zona di Borgarello è già inserita in un’area critica per la presenza degli scarichi automobilistici tanto che il Sindaco ha fatto l’ordinanza per fermare i veicoli e verificare la qualità degli scarichi, figurarsi dopo.     La politica deve garantire ai cittadini la qualità della vita: di tutto si ha bisogno, tranne che di altri centri commerciali. Rileva infine che è vero che il centro commerciale è ridotto rispetto alle precedenti versioni ma che comunque la proprietà conserva una capacità residua ad edificare che potrà sempre usare”.

• La Consigliera Guarino, capogruppo di minoranza, “trova il progetto entusiasmante da una parte mentre, dall'altra, trova poco tutelato il diritto degli operatori di Borgarello ad avere la priorità; non vede agevolazioni economiche che possano davvero consentire a tutti di accedere a questa nuova realtà commerciale; ricorda che a Borgarello mancano ancora tanti servizi: scuole e ambulatori e si augura che le opere pubbliche necessarie vengano fatte contemporaneamente al Centro Commerciale. Richiede infine che ci sia una commissione sovracomunale formata dai rappresentati di tutti i consigli comunali dei comuni contermini che vigili sull'attuazione del Piano, anche perché non ha ancora visto realizzarsi le intese sovracomunali necessarie”.

• Il consigliere Perotta nell'esprimere il proprio voto favorevole “ricorda la consapevolezza della enorme responsabilità che stasera il Consiglio prende: ci saranno cambiamenti importanti per il territorio e questo a beneficio di tutti i cittadini. A volte è difficile decidere ma bisogna avere il coraggio di farlo: a questa decisione si è pervenuti dopo lunghi confronti e discussioni all'interno del gruppo e motivatamente vota a favore riconoscendo nell'operazione un'opportunità per il territorio”.

• Il Consigliere Bogliolo “si associa a quanto detto dal Consigliere Perotta e sottolinea il proprio convincimento verso la bontà dell’operazione: è necessario assumere decisioni coraggiose bilanciando sempre i pro e i contro e in questo caso deve prevalere il si, rispetto a prospettive di cambiamento e di sviluppo del territorio”.

sabato 7 agosto 2010

La storia e il territorio - alcune riflessioni

Mi piace essere informato e cerco sempre la fonte primaria dell'informazione.
Mi sforzo di documentarmi al meglio. Chi mi conosce lo sa.
Uno dei ''vantaggi'' dell’avanzare dell’età è il dormire meno che da giovani.
Questo lascia molto più tempo per riflettere e scrivere.
La realtà odierna può essere interpretata con lo studio di alcuni aspetti storici e demografici utili per sviluppare un'analisi oggettiva.
Nei secoli passati i comuni a nord di Pavia erano molti e poco popolati. Molti comuni erano poco più di una cascina ed erano tutti amministrati da feudatari. Il territorio si chiamava Campagna Pavese ed era divisa in Campagna Soprana a nord est (la zona verso Binasco e Siziano) e in Campagna Sottana a ovest (la zona verso Belgioioso e Lodi). La zona dove si trova l'attuale comune di Certosa di Pavia era sottoposta al potere feudale dei monaci del monastero della Certosa. La popolazione abitava quasi tutta all'esterno del perimetro del Parco Nuovo Visconteo, famosa riserva di caccia, che si estendeva tra il Castello di Pavia ed il Monastero.
La torre che si vede vicino alla chiesa di San Michele è forse l'ultimo elemento architettonico, giunto quasi integro e discretamente conservato fino ai giorni nostri, del lunghissimo e spesso muro di mattoni che recintava tutto il Parco Visconteo, circondandone tutto il perimetro per 22 chilometri.
Ho appena sentito al TG una notizia che forse in futuro avrà la sua importanza. Sembra che la Telecom voglia togliere le cabine telefoniche poco usate. Spero che questo monumento, testimone solitario di un antico splendore, sia finalmente liberato da quell'ormai inutile cabina telefonica che ormai non usa quasi più nessuno.
Prima di proseguire è interessante vedere la cronistoria - molto breve e sintetica - delle trasformazioni amministrative dei paesi che hanno fatto la storia del nostro comune. Certosa di Pavia - così come la conosciamo noi oggi nasce nel 1958. Quelle che ora sono le frazioni e località di Certosa di Pavia un tempo erano quasi tutti singoli comuni, dipendenti e governati da feudatari, ma ognuno dei quali con una loro propria specifica autonomia e diversità.
Notizie documentali certe le abbiamo a partire dalla seconda metà del XVIII secolo. Da quel momento possiamo ricostruire con certezza le vicissitudini amministrative dei paesi che costituiscono l'attuale comune di Certosa di Pavia. Il comune di Torriano era feudo del marchese Galezzo Pietragrassa di Pavia. Il comune di Torre del Mangano era  infeudato al monastero della Certosa di Pavia. Il comune di Cascine Calderari non era feudo e la giustizia era amministrata direttamente dalla città di Pavia. Il comune di Samperone, località nota fin dal XII secolo, era  feudo del conte Girolamo Lucini di Milano.
Nel 1872, viene soppressa l'autonomia comunale di Samperone che viene unito al comune di Torriano. La località di Cascina Colombara nel XVIII secolo viene aggregata al comune di Cascine Calderari sino a quando - nel 1872 - vengono entrambi uniti a quello di Torre del Mangano. I comuni di Cassine Sirigari, Cassine Calderari e Villalunga, nel 1872 perdono la loro autonomia e vengono unificati nel comune di Torre del Mangano. Nel 1929 Villalunga e Cassina Sirigari (Cassinino) passano sotto la potestà della città di Pavia e, soppresse le autonomie comunali di Borgarello, Torriano e Torre del Mangano, prende forma il ''nuovo'' comune di Certosa di Pavia. Infine, ultima variazione avvenuta nel 1958, Borgarello riconquista la propria autonomia.
Quando nacque, nel 1958, nelle varie frazione del comune di Certosa di Pavia abitavano poco più di 2000 persone. A partire dagli anni anni ’60, quelli del boom demografico diffuso in tutta Italia, si assiste anche qui ad un incremento demografico che si assesterà, in modo pressochè stabile fino ai primi anni del secolo attuale, a circa 3000 abitanti .
La caratteristica che identifica geograficamente Certosa di Pavia nella frazione di Torre del Mangano è la forma a "T". Si sviluppa principalmente solo sul lato Est della S.S.35 verso il monumento, mentre ad Ovest  della statale - dove c'erano la la fornace e il cimitero - le case nei primi due decenni di vita del comune erano poche.
La Cademartori, i Molini Certosa, la fornace e la Galbani della vicina Guinzano davano lavoro a molti, non solo delle frazioni di Certosa di Pavia, ma anche di tutti gli altri paesi del circondario.Nessuno poteva sapere, ne immaginare, che lo sviluppo economico di quel periodo così florido era destinato, di li a poco, a terminare.
Come si presentavano i paesaggi di queste zone negli anni 70 e 80 lo ricordo bene. Ero un ragazzo e da Milano venivo spesso in queste zone in bicicletta, da solo o con amici.. Abitavo vicino a San Cristoforo, sul naviglio ticinese, e la sgambata in bicicletta che si preferiva fare alla domenica era il giro dei navigli: Milano – Abbiategrasso – Pavia – Milano. Le alzaie del naviglio ticinese e di quello pavese erano (lo sono sempre state) piste ciclabili naturali che venivano ampiamente sfruttate ancor prima che il cicloturismo diventasse popolare. Da Abbiategrasso a Pavia poi era quasi tutta su strade di campagna che, nonostante tutto, ancor’oggi sono poco frequentate.
In quegli anni pensare ad uno sviluppo sostenibile del territorio forse non era ancora popolare come lo può essere oggi, anche se forse qualcuno - che viveva nelle grandi città - ne sentiva già l'esigenza e aveva ipotizzato un futuro ai più lontano. Questi strani soggetti venivano spesso definiti visionari dai cattivi pensieri.
Il comune di Certosa di Pavia, come tanti altri comuni limitrofi, forse ignari, continuarono il loro lento ma inesorabile sviluppo. Le numerose lottizzazioni edilizie di questi ultimi anni hanno determinato un netto aumento della popolazione (incremento di più di 1500 abitanti in dieci anni).
Per rimanere al tema d'attualità c’è da dire che oggi Torre del Mangano ha esigenze che solo trent’anni fa erano inimmaginabili. Il benessere economico del periodo di massimo sviluppo degli anni ’60 è ormai passato ed ora ci godiamo le eredità di quei tempi. Fortunatamente il degrado urbano e sociale che vediamo in tanti altri paesi e città (anche vicini) qui è molto meno presente.
Ma torniamo un attimo alle note storico-sociali.
Quando terminò la II guerra mondiale, Torre del Mangano era sede di alcune industrie importanti per la zona.
Negli anni ’60 a Certosa di Pavia nella frazione di Torre del Mangano vi era il fulcro dell'attività lavorativa industriale. Chi lavorava in Cademartori, ai Molini Certosa, o alla fornace (che era dietro al cimitero) preferiva tornare a casa e riunirsi nella piazza della propria frazione piuttosto che rimanere vicino al posto di lavoro. Chi abitava a Torre del Mangano a quell’epoca aveva capito che essere il polo d'attrazione poteva dare molte soddisfazioni.
A Torriano i più anziani ancora ricordano il loro bel viale alberato, la Via Principale, che collegava il centro del paese con la statale. Oggi il regolare ed initerrotto filare di aceri rossi è stato amputato con una rotonda. Quest'opera doveva essere l’imbocco di una strada che - nelle intenzioni del progettista - avrebbe deviato il traffico dell’ex S.S.35 da quello che ormai tutti, oggi, considerano il centro del paese.
A questo sorge spontanea una domanda. Perché oggi si considera la torre (porta d’ingresso del parco Nuovo Visconteo) il centro del paese? Forse perché c’è la chiesa? Il territorio di Certosa di Pavia, anzi la frazione di Torre del Mangano, in realtà un suo centro storico l’ha sempre avuto: è il Monastero, la residenza dei monaci feudatari di tanti terreni e cascine del circondario (ivi compresi i territori di Giussago e Borgarello).
Solo dopo l’unità d’Italia, nel 1866, i monaci residenti nel Monastero della Certosa, espropriati dai loro beni che diventano proprietà dello stato italiano, perdono il potere (quello temporale) sui territori che hanno governato ed amministrato per quasi 5 secoli.
A Torre del Mangano il cimitero, la posta, le scuole, il campo sportivo (vecchio e nuovo) e gli uffici del comune - i servizi - sono tutti ad ovest del Navigliaccio e della ex strada statale. Perchè? Perchè la zona est non è più edificabile (e si spera che lo resti) per i vincoli che derivano dalla presenza del Monastero.
Tutte le altre frazioni, tutti ex comuni, erano rimasti autonomi fino a poco prima della II guerra mondiale (ricordate le date? era il 1929 ed eravamo appena entrati nell'era fascista). In ognuno di questi paesi abbiamo la chiesa con la relativa piazza, il cimitero ed il campo per giocare al pallone. Sono paesi nati e cresciuti nei secoli sostazialmente in modo equilibrato e senza particolari interferenze. Gli spazi di aggregazione non mancavano ed esistono tuttora. Le strutture di aggregazione sono, come si usa dire oggi, diffuse capillarmente sul territorio.
La frazione di Torre del Mangano è stata sempre zona di transito e passaggio, con la porta d'ingresso per il Parco, con il treno che collegava Pavia a Milano, con il naviglio per le chiatte, con gli autocarri che portano la materia prima per la sua principale industria ancora funzionante (la costruzione dei Molini risale all'800 e nasce proprio qui per sfruttare l'energia della conca per il suo funzionamento), con i pulman dei turisti diretti al Monastero.
Tuti questi transiti e passaggi hanno sempre costituito la principale risorsa che ha permesso lo sviluppo economico della frazione di Torre del Mangano. Oggigiorno si è più intolleranti di un tempo perchè una volta il traffico era meno invadente.
Il destino dei luoghi sono nelle mani degli uomini e delle donne che ci vivono.
Comunque siano andati i fatti non è mia intenzione imputare colpe o responsabilità ad alcuno. Non è mia intenzione istruire sommari processi contro chi ha avuto - dai propri concittadini - la delega a gestirli ed amministrarli o contro chi non ha avuto questo gravoso incarico.

venerdì 6 agosto 2010

perchè in provincia di Pavia non bisogna sottovalutare l'ndrangheta

Il recente articolo è la conferma che non è accettabile sottovalutare gli episodi messi in luce dalle recenti indagini sul fenomeno ’ndrangheta emerso a Pavia.
Le perplessità di molti sull'opportunità o meno di affrontare a viso aperto la questione è quanto meno irresponsabile.
Il problema non va assolutamente sottovalutato ed è necessario riflettere bene che, come scrive la Provincia, molti episodi all’epoca “isolati” assumono una luce nuova e sinistra.


Ndrangheta, scuola di guerra
la Provincia Pavese - 03 agosto 2010 - pagina 23 - sezione: CRONACA
VOGHERA
Vecchi capannoni per gli addestramenti Mout (military operations on urban terrain - operazioni militari in ambito urbano) e boschi dell’Oltrepo per esercitarsi alla guerriglia.
Lo scorso mese di novembre, in occasione di un’operazione disposta dai giudici di Catanzaro che portò anche a tre arresti a Borgarello, emerse che una cosca della ’ndrangheta aveva inviato un esponente di spicco ad apprendere i rudimenti della guerriglia in provincia di Pavia.
Pasquale Manfredi, 33 anni, nato a Isola Capo Rizzuto e ritenuto esponente del clan Nicoscia, si “infiltrò” in una associazione pavese che pratica il softair, ossia un hobby-simulazione della guerra nella quale si impiegano armi elettriche o ad aria compressa caricate con pallini di plastica.
Il dettaglio emerge da una conversazione tra Nicola Lentini e Michele Pugliese, intercettata dagli investigatori a bordo della Mercedes di quest’ultimo. Nella registrazione, Michele Pugliese dice all’altro che “Pasqualeddu” (il nome di Pasquale Manfredi) «ha fatto la scuola di guerra...ha provato le cartucce...ha fatto 14 mesi...si buttava con le corde dalle rocce (incomprensibile)...con il paracadute....a Pasqualeddu l’ha mandato a impararsi...(inc)...un corso, pagavano ogni mese...al tiro a segno...ha fatto una scuola a Pavia...però Pasquale...non lo ha detto mai a nessuno solo a un amico...(inc)...ha detto mi devi mandare a Gino».
L’intercettazione va contestualizzata.
Il riferimento alle “cartucce” e al “paracadute” non riguarda senza dubbio l’associazione di softair, considerato che nella guerra simulata non vengono impiegate armi vere, nè tantomeno si effettuano lanci dagli aerei.
Però, a riscontro di quanto riferito da Pugliese a Lentini, la squadra mobile individuò effettivamente una associazione che poteva avere avuto tra i propri iscritti, naturalmente a sua insaputa, l’esponente della ’ndrangheta.
E’ probabile che Manfredi abbia frequentato i corsi di addestramento più per imparare le tattiche dei combattimenti che l’impiego delle armi da fuoco. Del resto, stando a quanto scrivono i giudici, le persone coinvolte nell’indagine avevano già una buona dimestichezza con le armi.
Tanto che, in una delle intercettazioni, si fa riferimento a un “bazookista”, ossia a persona esperta nell’utilizzo del bazooka, proprio l’arma con la quale, nell’ottobre 2004, venne commesso l’omicidio di Carmine Arena a Isola Capo Rizzuto.
L’intercettazione è l’ennesima riprova, qualora ve ne fosse ancora bisogno, della presenza della ’ndrangheta sul territorio della provincia di Pavia e, in particolare, in Oltrepo.
Alla luce delle indagini condotte dalla Dda di Milano, del resto, molti episodi all’epoca “isolati” assumono una luce nuova e sinistra.
Ad esempio, il ritrovamento, avvenuto nel marzo 2009, di cinque panetti di esplosivo da cantiere che erano stati nascosti nel cassone di un camion abbandonato su un viottolo sterrato, lungo la strada che porta da Voghera a Retorbido. (f.m.)

giovedì 5 agosto 2010

La tangenziale di Certosa di Pavia ed il Centro Commerciale di Borgarello

A riguardo del centro commerciale che viene prospettato a Borgarello, per la cronaca a se ne parla dal 2000 e visti i tempi i progetti dovrebbero essere molto precedenti.
Per aiutare la discussione critica e costruttiva sull'argomento trascrivo quello che è un'analisi molto dettagliata che è stata fatta da un autorevole sito specializzato in urbanistica e territorio.

Cito il sito Eddyburg.it, perchè, come dichiarano, "è un sito web non legato ad alcuna struttura o gruppo o istituzione o fedeltà. Si occupa di urbanistica, società, politica (urbs, civitas, polis) e di argomenti che rendono bella, interessante e piacevole la vita"

Come si può notare le intenzioni loro sono coincidenti anche a quelle di altri Blog esisteni a Certosa di Pavia (http://itineracivitatis.myblog.it/archive/2010/07/28/la-tangenziale-di-certosa.html), per cui le osservazioni fatte sul sito Eddyburg vanno lette in senso costruttivo.

Citazione dall'articlo : http://eddyburg.it/article/articleview/420/1/165

---  Borgo Borgarello ---
(PREMESSE)
Il celeberrimo complesso monumentale della Certosa di Pavia, famoso anche per aver dato il nome ai formaggi freschi prodotti negli stabilimenti lì vicino, ha la particolarità di non stare a Pavia, come farebbe pensare il nome. Si trova infatti nel territorio comunale omonimo, di Certosa, ed è l’estremità settentrionale di un insieme naturalistico e insediativo complesso, voluto e realizzato nei secoli dalla famiglia Visconti e per un lungo periodo anche recintato con una muraglia di 22 chilometri, dotata di porte come una vera e propria città fortificata. Solo, all’interno non c’erano palazzi e popolo, ma una grande riserva di caccia, con annessi alcuni stabili “di servizio”. Ora, il cosiddetto Parco Visconteo è uno dei punti più qualificati, se non il più suggestivo e prezioso, di una grande fascia verde più o meno continua che dai margini meridionali dell’area metropolitana milanese scende sino a lambire i margini del centro storico di Pavia, e quindi il parco del Ticino.
A differenza del parco urbano pavese della Vernavola, per esempio, il parco Visconteo “non esiste” se non nelle intenzioni di alcuni entusiasti, o nei progetti di riqualificazione annunciati dall’amministrazione provinciale, come quello di un Piano Paesistico, attuativo delle linee generali stabilite dal Piano Territoriale di Coordinamento. Il piano, si legge nel sito Metropolisinfo.it, “sarà pronto entro l’anno ... e serve ad evitare che possano sorgere strutture in contrasto con l’importanza storica del territorio”. Un territorio che comprende, ricapitolando, i comuni di Pavia a sud, Certosa all’angolo settentrionale ovest, San Genesio a quello est, e proprio al centro, fra il Naviglio e il tracciato della ferrovia, Borgarello.
Proprio qui, a partire dal 2000 si sono sviluppati rapporti fra l’amministrazione comunale e la Gestione Sviluppo Commerciale di Bergamo, rappresentante italiana della portoghese Sonae, per un centro integrato che, su una superficie di 200.000 (duecentomila) metri quadri, offra un insieme di servizi commerciali, terziari, di intrattenimento, culturali. Il che, da un certo punto di vista non fa una piega, perché se ci guardiamo intorno, anche qui nelle brume tra fantasmi viscontei, cosa vuole la società? La risposta mi pare innegabile: accesso ai servizi, anche di tipo commerciale.
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(RIFLESSIONI)
Come già detto, il problema di qualunque sviluppo edilizio, qui, è quello da un lato di interrompere la continuità della rete di spazi aperti, e in più nel caso specifico di un “centro integrato” di scala regionale, quello di inserire un enorme attrattore di flussi che creerebbero la base alla domanda di ulteriori stravolgimenti nel sistema di accessi: quindi una reazione a catena tale da rendere quasi automatica l’abolizione - salvo residui visuali di testimonianza - dell’ambiente attuale e del sistema insediativo campi/irrigazione/viabilità secondaria. A ben vedere, un articolo dell’urbanista Giuseppe Boatti sulla Provincia Pavese del 4 ottobre scorso (“Quel che resta della Certosa”), non suona neppure troppo polemico quando osserva che il Sindaco di Borgarello vede: “La città futura fatta ... da mattoni, cemento, asfalto e metri cubi e quadri. E l’interesse comunitario finisce dove terminano i confini del proprio comune. Oltre? Ognuno per sé e Dio ce la mandi buona”. Perché la questione, qui, non sembra quella del “fare” o “non fare”, come posta nella solita prospettiva dei modernizzatori a senso unico, ma del “dove fare cosa, e per chi”. E forse vale davvero la pena di concentrarsi su quel “chi”, pensando a quanti giovani, casalinghe, pensionati, legittimamente auspicano una maggiore offerta di spazi per i servizi, il commercio, la cultura, l’intrattenimento. Basta vederli, in un giorno qualunque per non parlare del fine settimana, mentre si affollano accodati sulle strade grandi e piccole che qui percorrono il territorio su e giù. Ma, secondo i Comitati che si oppongono al Centro di Borgarello, hanno già un sacco di posti dove andare, in un raggio piccolo e medio. Sarà vero? L’unico modo per scoprirlo, come al solito, è quello di seguirli.
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Discutiamone.

PS Gli oneri di urbanizzazione (13/14 milioni di euro) vanno al comune di Borgarello, non a Certosa o alla Provincia, per cui in Conferenza dei Servizi bisogna sapere dove trovare i finanziamenti per le infrastrutture sovraccomunali.
Una recente proposta, anche inserita nel PGT di Certosa prevederebbe la tangenziale partire da Torriano ed arrivare al Cassinino (circa 4 Km con 4 rotonde).
Per rendersi conto dei costi si veda l'articolo sul Mondo di Pavia http://www.ilmondodipavia.it/pagina.php?b=X505Pmk-S7 dove per la riqualificazione di 8 khilometri di una strada già esistente (la S.P. EX SS. 596) è prevista una spesa di 9 milioni di euro (senza compensazioni ambientali) finanziati all'90% dal Polo Logistico di Mortara S.p.A.

martedì 3 agosto 2010

A proposito di pipistrelli

Succede in Toscana, non tanto lontano da noi
Il Comune di Vicopisano ha adottato le Bat Box - rifugi artificiali per pipistrelli - regalandole ai cittadini. Per le troppe richieste le Bat Box sono andate esaurite, quindi la sezione soci Coop di Cascina ha deciso di donarne al comune altre 15 Bat Box.

A proposito di pipistrelli


Mi sono informato e, purtroppo sembra che la CoopLombardia non abbia le Bat Box...
Peccato, per il momento l'unica soluzione possibile è farle in casa.

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Oggi 5 agosto 2010, aggiorno il post con la segnalazione fattami da CoopLombradia:

oggetto R: bat box

Gentile socio, il punto vendita più vicino a Pavia è l’IperCoop di Vigevano (Viale Industria, 225)
Per sapere la disponibilita’ delle bat box puo’ telefonare al seguente numero: 0381/9061

Cordiali saluti

Centro relazioni soci e consumatori
Servizio filodiretto 

lunedì 2 agosto 2010

Un pipistrello per amico


ATTENZIONE
La legge protegge rigidamente i pipistrelli e ne vieta la loro manipolazione
 
Chi abita in campagna sa che ci possono essere dei piccoli disagi, ma la natura ci riserva sempre (se sappiamo rispettarla) anche delle bellissime sorprese. Nei campi e sulle risaie dietro casa mia ho avuto la fortuna ed il piacere di veder volteggiare qualche sparuto esemplare di pipistrello. E' un'emozione vedere (o meglio intravvedere) le loro evoluzioni aeree. I pipistrelli sono notoriamente animali notturni e sono amanti dell'oscurità. Questo particolare è molto importante: i pipistrelli sono animali molto timidi e riservati e non amano farsi notare nelle strade affollate. Non sopportano bene la presenza di impianti antifurto o campi elettromagnetici in quanto disturbano il loro apparato uditivo.

Gli studi scientifici del Dipartimento di Zoologia del Museo di Storia Naturale di Firenze hanno permesso di mettere a punto le ormai famose Bat-Box di cui tanto si parla. Gli zoologi del Museo di Storia Naturale dell'Università di Firenze, dopo studi ed esperienze dirette condotte in questi ultimi anni hanno messo a punto il progetto di questi nidi, le fa realizzare ad azienda specializzata nella realizzazione di prodotti per la gestione della fauna selvatica e vengono vendute anche dalla Coop Lombardia. Sono state progettate per favorire le specie di pipistrelli più frequenti negli ambienti urbani e suburbani italiani, ed offrono un rifugio sicuro dai predatori e sono studiate in modo che la temperatura al loro interno possa stratificarsi per offrire agli animali la possibilità di scegliere il microclima ottimale. Secondo gli esperti non è difficile costruire una bat-box. Qua c'è il link al disegno in PDF dello schema pubblicato dall'Università di Firenze. Chi è appassionato di bricolage può provarci ... queste sono le istruzioni:

  • Sono necessari pannelli di legno di almeno 1,5 cm di spessore e un trattamento da esterni con vernice ad acqua.
  • Non si devono assolutamente usare materiali particolarmente odorosi o peggio tossici, mal tollerati dai pipistrelli.
  • Ci si deve assicurare che la superficie interna sia abbastanza ruvida per permettere l'appiglio dei pipistrelli.
  • Verificare la perfetta tenuta delle giunture tra le tavole, in modo da consentire quella stratificazione verticale interna della temperatura.

Secondo gli esperti il periodo migliore per l'installazione delle bat box è il mese di marzo, all'arrivo della buona stagione. I pipistrelli le possono così trovare durante i loro primi voli al risveglio dal letargo invernale.
E comunque importante posizionare la bat-box il prima possibile, in modo che questa perda l'odore di nuovo ed i pipistrelli la percepiscano come sicura.
Il periodo in cui più facilmente i pipistrelli colonizzeranno le bat-box è durante i mesi più caldi (da aprile a settembre), quando le temperature più alte favoriscono la presenza di numerosi insetti e l'attività dei pipistrelli è dunque maggiore.
Alle nostre latitudini durante l'inverno i chirotteri si ritirano per lo più in grotte e cavità sotterranee dove, salvo sporadiche uscite, trascorrono in stato di letargo tutto il periodo invernale. Applicando questa particolare strategia riescono a superare brillantemente la stagione sfavorevole.
Non è raro che i pipistrelli passino l'inverno nelle bat.box, è dunque opportuno non rimuovere i rifugi artificiali durante i mesi invernali.
Sono sempre i pipistrelli a scegliere il loro rifugio e non è proprio possibile trasferirli forzatamente nelle bat-box!

domenica 1 agosto 2010

da Legambiente Pavia - notizie: Legambiente sul Pgt di Pavia

Ricevo e cerco di diffondere

Dalla Provincia Pavese di oggi domenica 1° agosto


LEGAMBIENTE
«Mostrate la bozza del Pgt Serve massima trasparenza»



PAVIA. Dopo l'incontro con il sindaco Alessandro Cattaneo sulle infiltrazioni 'ndranghetiste nel tessuto pavese, Legambiente scrive all'assessore all'urbanistica Fabrizio Fracassi e al sindaco: «Abbiamo bisogno di chiarimenti», afferma Davide Tremolada Intraversato, responsabile territoriale del circolo Il Barcé. Ma formulano anche proposte per aumentare la trasparenza degli atti amministrativi.
«Nei nostri interventi all'incontro abbiamo riportato alcuni dati allarmanti del Rapporto 2010 di Ecomafie, curato dall'Osservatorio Ambiente e Legalità della nostra associazione, che collocano la Provincia di Pavia al secondo posto tra le province lombarde nel traffico illegale dei rifiuti e segnalano pericoli nei settori di escavazioni, movimentazione terra e nel edilizia», spiega il presidente Giovanna Vanelli.
I metodi per contrastare le infiltrazioni, per Legambiente, sono prima di tutto la partecipazione dei cittadini nelle scelte che riguardano la città, il ruolo prioritario del pubblico nella pianificazione, la valutazione di sostenibilita' di ogni iniziativa. Il Pgt? «Un'occasione, ma anche un terreno insidioso», scrivono. «Vorremmo conoscere chi ricopre la carica di autorità competente e di autorità procedente per la valutazione ambientale strategica del Pgt - afferma il responsabile territorio -. Chiediamo di accedere alla cosiddetta "bozza definitiva" e che tale documento sia reso disponibile sul sito del Comune». Infine, per aumentare la trasparenza, Legambiente chiede un albo telematico sul sito internet del Comune che riporti velocemente i contratti tra ente pubblico e privati, atti conseguenti alle deliberazioni d'approvazione dei piani urbanistici». Inoltre chiedono che, almeno per le grandi aree di trasformazione e di nuova lottizzazione, si utilizzi lo strumento dei piani particolareggiati d'iniziativa pubblica anche indicendo concorsi d'idee.
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