google.com, pub-1908550161261587, DIRECT, f08c47fec0942fa0 Pensieri sparsi: novembre 2010

lunedì 29 novembre 2010

Il Monumento, i Monaci e il turismo a Certosa di Pavia

In questi ultimi mesi ci sono molti che si stanno interessando alla situazione del Monumento della Certosa di Pavia.
Personalmente penso che molti lo facciano anche con "secondi" fini. Penso a chi, oggi, lancia accuse a destra e manca riempiendosi la bocca di proclami e di denunce che, per chi come me è nato qui vicino e conosce questi posti da più di 40 anni, sono a dir poco faziose e pretestuose.
Avevo 15 anni (si parla quindi di quasi 35 anni fa) e qui si sposò una mia zia, nella cappella del monumento. Il parcheggio era identico ad oggi. Da sempre il parcheggio alberato è stato così e lo stato attuale non è dovuto da recente incuria. Oggi siamo più esigenti, forse. Il parcheggio nuovo, costruito 10 anni fa, non viene usato perché siamo diventati tutti pigri. Se non riusciamo a parcheggiare la nostra macchina, magari davanti al portone e in un parcheggio coperto ci lamentiamo.
I Monaci sono sempre stati gli  unici ciceroni del monastero. La bellezza della Certosa di Pavia è proprio questa. Se qualcuno vuole DisneyLand, forse non ha capito lo spirito e la mistica di questi luoghi. Che se ne vada pure in altri Monasteri, più attrezzati tecnologicamente. La spiritualità non sopravvive e non si nutre di comfort. Il pellegrinaggio è anche legato alla fatica ed alla sofferenza.
Tutto il resto è superfluo.


mercoledì 17 novembre 2010

Cosa succederà l'11 febbraio 2011?

Chi può saperlo, lo scopriremo solo vivendo.
Oggi, in ufficio ho scritto questa data nel mio foglio di calcolo e ho letto questo numero: 11/02/2011. Questa data la si può anche leggere 11.2.11. Può essere considerata una data combinazione "magica" legata ad un evento speciale?
Le antiche superstizioni sostenevano che questi giorni portassero male, che ci fosse una congiunzione astrale negativa e una maggiore concentrazione del male sulla terra. Oggi siamo, forse, più razionali e sappiamo che è l'uomo a essere l'artefice dei propri mali. Lo disse nel secolo scorso, più di cinquant'anni fa, anche il presidente americano Franklin Delano Roosevelt:
"La nazione che distrugge il suo suolo distrugge se stessa".
Tecnicamente queste combinazioni si chiamano "date palindrome", cioè che possono essere lette nei due sensi. Niente di più, niente di meno.
In campagna sono altre le date più importanti. Non so tante cose sulle tradizioni e sui calendari dell'agricoltura. Quel poco che conosco lo devo ai miei nonni, dai quali ho imparato alcune loro inestimabili conoscenze. Sono nato in città e mi hanno insegnato il rispetto che bisogna avere per il lavoro dei campi. Non si può dire di essere "ecologisti" e di voler rispettare la natura se prima non si conoscono le "regole" della campagna. L' importante è conoscere e rispettare la natura. Anche chi non vive o lavora la "campagna", come tutti gli esseri umani, ne mangia i suoi frutti. Senza la conoscenza di queste cose si andrà avanti a combinare pasticci. I recenti ed ormai frequenti "disastri ambientali", non appena vengono giù due gocce d'acqua, accadono perché si costruiscono case, strade e ponti senza il rispetto che la terra merita. Chi conosce la terra lo sa.
Tutti noi ci dobbiamo impegnare anche per insegnare ai nostri figli il "vero" valore della natura e della fatica che occorre per coltivarla con amore e rispetto. Come mi ha detto recentemente un amico, bisogna ritrovare la conoscenza dei "ritmi della natura"... e piantarla una volta per tutte di dire delle stupidaggini.
La natura va rispettata... tutta.
Campagna a Samperone
Prima di conoscere i misteri che ci riserverà l'11 febbraio dell'anno prossimo, segnalo che domenica 28 novembre 2010, in Piazza del Carmine a Pavia, ci sarà la Festa del Ringraziamento, organizzata dalla Coldiretti di Pavia. Lì avremo l'occasione di incontrare un "mondo antico", ma ancora vivo. Un'occasione per conoscere chi produce il nostro cibo e acquistarlo sui banchi del mercato. Sarà anche un'occasione per ringraziare chi lavora i campi che vediamo dalle nostre finestre.

venerdì 12 novembre 2010

Il "Gamba de legn"

Il Gamba de legn era un tram che segnò l'inizio, verso la fine XIX secolo, del trasporto pubblico di massa "veloce e moderno" sulle strade di Lombardia. Poteva trasportare tanti passeggeri e merci in molte carrozze ad una velocità commerciale di poco più di una decina di chilometri all'ora. Per l'epoca era una bella velocità.

Le motrici erano prodotte dalla Lokomotivenfabrik Krauss, un vanto per l'industria tedesca. Erano dei mezzi all'avanguardia perchè avevano una struttura sostanzialmente molto diversa da quelli ferroviari. Il "sistema Krauss" prevedeva che il telaio della locomotiva fosse utilizzato come serbatoio d'acqua potendo così impiegare piccoli motori. La caldaia e l'apparato motore erano avvolti interamente da una carrozzeria protettiva. Il posto di manovra era situato, come nei moderni tram cittadini, nella parte anteriore della motrice, così il manovratore aveva la migliore visibilità possibile. Tutte queste caratteristiche garantivano, per l'epoca, la maggior sicurezza possibile. Nonostante queste misure di sicurezza non mancarono gli incidenti. Forse fu proprio a causa di uno di questi, come raccontano le leggende popolari, che gli fu dato il nome di Gamba de legn'. Si narra che un fuochista, sventolando la bandierina rossa per avvisare l’arrivo del mezzo ai passanti, perse l’equilibrio finendo sotto le rotaie del tram in corsa. Ci rimise una gamba, ma si salvò. Un altra versione vuole che la vittima fosse l'ingegner Bosisio, funzionario della Società dei Tramways Interprovinciali. All'epoca le protesi erano fatte di legno e il tram fu ribattezzato Gamba de legn'.

Chi non lo ha mai visto può visitare il Museo della Scienza e della Tecnica a Milano, dove è conservata una di queste locomotive.

Il Gamba de legn' per Pavia sulla sponda del naviglio
(via Ascanio Sforza - Milano)


Alla fine dell'800 erano numerose le linee tramviarie che utilizzavano queste macchine a vapore per collegare paesi e città lombarde a Milano. Partivano, prendendo direzioni diverse, dai depositi situati sulla circonvallazione dei bastioni di Milano.

Il Gamba de legn' era lento e rumoroso quando procedeva sui binari. Si annunciava con il suono di una campanella e con la luce di un fanalino. Le massaie si precipitavano a ritirare i panni stesi all’aperto, per metterli al riparo dai suoi sbuffi fumogeni. La motrice tossiva e produceva una nuvola di fumo e, per questo, la locomotiva del tram era anche chiamata cioccolatera. Con il suo incedere lento e i rumori che faceva assomigliava a una vecchia caffettiera.

Sul percorso Milano-Pavia il tram iniziò a circolare nel 1880 e rimase in esercizio per quasi mezzo secolo sino al 1936, quando cedette il posto alle più "moderne" corriere. Erano gli anni '30 e la 2° Guerra Mondiale non era ancora iniziata.

Lo smantellamento di una vecchia e lenta linea di tram a vapore, realizzò, qui da noi prima che in altri luoghi della Lombardia, quello che Marinetti - teorico del Futurismo - aveva auspicato: l'avvento della modernità con la bellezza della velocità, della macchine, della tecnologia e dell'industria. Iniziò l'Era dei nuovi trasporti veloci che ci hanno portato, nel dopoguerra, verso la conquista del cosiddetto benessere.

L'ultima corsa del Gamba de legn' nel 1957
(in partenza dal deposito di Corso Vercelli - Milano)

In questa pagina ci sono diversi video d'epoca del Gamba de legn.


mercoledì 3 novembre 2010

3 novembre 2010 - La situazione del navigliaccio a Certosa di Pavia

Ieri avevo letto la notizia pubblicata sulla Provincia Pavese. Visto quello che è successo in altri posti (anche qui vicino a noi) mi sono abbastanza preoccupato. Cos'è successo? Dopo 48 ore di pioggia quasi ininterrotte poteva essere successo qualcosa di grave. Il ponte nuovo rischia di crollare? Questa mattina, andando verso Pavia ho visto le transenne e mi sono parzialmente tranquillizzato sulla stabilità del ponte. Infatti ho constatato che la notizia non era molto precisa. Contrariamente a quanto scritto - e le foto lo dimostrano - l'argine franato non è proprio in corrispondenza del ponte nuovo di Certosa di Pavia: lo smottamento franoso è più a valle, lontano anche dal "ponte vecchio" che ormai non è più in uso.

Il problema comunque resta grave e non deve essere sottovalutato. Infatti, come si vede nella seconda foto lì, poco sotto l'asfalto, c'è una tubazione scoperta (con cavi elettrici, telefonici o cosa sia di preciso non lo so).
Il fenomeno franoso probabilmente può essere stato causato da una scarsa manutenzione degli argini. Come dice la Provincia, che è la responsabile della strada, gli argini sono di competenza del Consorzio Villoresi.
Un precisazione: i cittadini e gli utenti agricoli della bassa pianura pavese pagano il contributi al Consorzio con la bolletta dell'acqua di ASM Pavia, perciò il servizio di manutenzione risulterebbe già pagato dalla collettività.

Per fortuna oggi ha smesso di piovere.
Pioggia super, traffico in tilt
da "la Provincia Pavese" del  2 novembre 2010
PAVIA. Piccoli crolli dentro e intorno alla città a causa della pioggia eccezionale caduta tra ieri e l’altro ieri. In mattinata traffico in tilt in via Riviera all’altezza del sottopassaggio per il crollo di una spalletta della tangenziale. E nel pomeriggio transennata la ex 35 a Certosa.
...
A Certosa, nel pomeriggio all’altezza del Ponte nuovo di Certosa sulla ex statale 35 è invece crollato l’argine del Navigliaccio. Ha ceduto la banchina, i volontari della Protezione civile di Certosa hanno provveduto a transennare la parte crollata che, si è fermata prima di intaccare l’asfalto. «Avevamo segnalato la pericolosità del tratto alla Provincia il mese scorso - affermano dal Comune di Certosa -. Ma la Provincia sostiene che la responsabilità sia del gestore del canale: il consorzio Villoresi è stato avvisato e dovrebbero intervenire immediatamente». Oltre il bordo di asfalto, infatti, non c’è più nulla se non l’acqua del Navigliaccio.
...
Anna Ghezzi
la frana sulla ex SS 35 - sullo sfondo il semaforo del "ponte nuovo"

La tubazione scoperta è in primo piano, vicino al sostegno del guardrail




Rifiuto della storia e abbandono del territorio

Bisogna aiutare chi non ha un lavoro e dare sostegno a chi lo ha perso.
Bisogna costruire per chi non ha una casa e investire per chi l'ha persa a causa delle calamità naturali.


Perchè voler conservare il nostro passato? E' solo un esercizio di stile e un passatempo da intellettuali snob.

A cosa serve restaurare vecchi ruderi cadenti? E' uno spreco si risorse che potrebbero essere utilizzate per cose più importanti.

In questi giorni in televisione e ai telegiornali fanno vedere quello che succede dopo un temporale. Lo sappiamo già: la natura si riprende lo spazio che noi le abbiamo tolto. Fiumi, torrenti, rogge, canali che straripano; montagne, colline, dossi che franano. Riparare costa: è stato stimato in 213.000.000.000 di euro quello che ci è costato riparare i danni che potevano essere evitati dalla manutenzione di quello che esiste. (da Lo stivale pieno di pioggia)

La tutela del patrimonio ambientale e storico è solo un esercizio di stile o un passatempo da intellettuali snob? Quando si parla di "patrimonio" ci si deve riferire a tutto: natura, edifici e territorio che devono essere conservati, restaurati . Quando sia necessario si deve anche avere il coraggio di demolire quello che contrasta e che è "contronatura". Molti di questi "patrimoni" non sono importanti solo perchè artistici, ma lo sono anche perchè costituiscono un patrimonio edilizio che potrebbe essere riusato per usi privati e collettivi. E' veramente solo uno spreco si risorse che potrebbero essere utilizzate per cose più importanti?

da "la Provincia Pavese" del 2 novembre 2010
Chiese e castelli in via d'estinzione
Non c’è solo il muro della Certosa a cadere a pezzi. Nel Pavese i monumenti a rischio crollo, o danneggiati oppure perduti, sono tanti. Da Siziano a Lardirago, da San Genesio a Marzano, da Landriano a Giussago: chiese, torri, palazzi e addirittura castelli rischiano di sparire dal patrimonio architettonico della provincia. Un censimento lo ha fatto Mauro Manfrinato, studioso di edilizia storica e restauratore. A Casatico, frazione di Siziano la cinquecentesca chiesa di Santa Maria è stata deturpata con graffiti e disegni nel 2009. «Mai nessuno è intervenuto per ripulire» fa osservare Manfrinato. E che dire della torre medievale a Vidigulfo (frazione Mandrino)? «Nel cuore del centro storico, la struttura è addossata sul retro all’edificio rinascimentale con muratura a vista e finestre originali». Pochi, oggi, la considerebbero di valore vedendola in quelle condizioni. Stesso dicasi per la torre colombaia di Vidigulfo , una costruzione del Quattrocento. Sempre nello stesso paese, in pieno centro storico, c’è una casa del ’300 con portico, archi a sesto acuto e una finestra medievale con tracce di una cappa di camino sporgente, ormai eliminata: «Versa in stato di abbandono totale». A Lardirago c’è un tipico esempio di cascina lombarda, con corte centrale, edificata alla fine del Cinquecento e ampliata nel Sei-Settecento. «Tutti i terreni e gli edifici circostanti - sottolinea l’esperto - sono di proprietà del Regio Collegio Borromeo Ghislieri. Infatti, sulla destra dell’ingresso principale ad arco, spicca ancora intatto lo stemma in terracotta. Qui tutti gli immobili versano in condizioni critiche». La casa rurale è ormai disabitata da tempo. Non reggerà molto neppure il Molino di Marzano , che risale al 1475: «Versa in grave pericolo di crollo. Anzi, in parte il tetto ha già ceduto. Il caso è stato segnalato alla Soprintendenza». Nell’elenco delle opere urbanistiche destinate all’estinzione ci sono anche vere e proprie rarità. Come, ad esempio, un edificio preromanico praticamente sconosciuto;Si trova a Moriago, frazione di Giussago: «La muratura originaria, risalente al IX-X secolo circa è eseguita a spina di pesce con laterizi romani di riutilizzo». «A San Genesio - ricorda ancora Manfrinato - in via Riviera è stato abbattuto un edificio rurale settecentesco che era in buono stato conservativo». La lista potrebbe continuare con il palazzo Arese a Torre d’Arese , già demolito nel 1997 dove ormai sono state costruite villette a schiera, l’ennesima torre colombaia, ancora a Vidigulfo , ormai in stato abbandono, e il castello di Landriano , per salvare il quale già un anno e mezzo fa venne lanciato l’allarme sia dal sindaco Roberto Aguzzi, sia dal responsabile della Soprintendenza per la provincia di Pavia, Francesco Paolo Chieca. (Giovanni Scarpa)

lunedì 1 novembre 2010

Chi progetta cosa?

Venerdì sera, mentre a Certosa di Pavia si parlava del progetto che hanno pensato di realizzare a Borgarello, a Giussago veniva presentato il logo del "Comprensorio Neorurale della Certosa di Pavia".

Il Comprensorio nasce il 28 ottobre del 2008 tra i Comuni di Giussago, Certosa di Pavia, Borgarello e Zeccone. Lo costituirono per programmare lo sviluppo sostenibile del tessuto rurale che migliori la qualità della vita dei cittadini residenti. Questi quattro comuni decisero di fare qualcosa di concreto per la salvaguardia ambientale, tutelare il paesaggio e le tradizioni storico-culturali.
I progetti presentati da questo Consorzio sono stati finanziati dalla Regione e si stanno realizzando.

A marzo del 2009 nell’ambito del bando “Expo dei Territori: Verso il 2015” venne presentato in Provincia di Milano il progetto chiamato RURAL@MILANO. Il progetto, collegato ai temi di EXPO 2015, intende realizzare un’idea che "scopre" quello che forse era stato dimenticato: la zona padana a sud di Milano è da sempre collegata ed ha sempre avuto un ruolo agricolo funzionale con la città. Le relazioni agricole esistenti tra la campagna e la città saranno riscoperte. Nel progetto sono anche indicate le modalità d’impiego e di valorizzazione delle risorse territoriali, con la consapevolezza che il territorio rappresenta una risorsa non rinnovabile. Nel Progetto è sottolineata l'importanza di garantire la sostenibilità delle risorse, di valorizzare i luoghi sotto il profilo ambientale, culturale e socio-economico e di integrare fra loro le strutture già esistenti.

Per valorizzare l’identità culturale del territorio saranno realizzati anche interventi innovativi di valorizzazione della qualità del territorio con un Portale Web di promozione e con la più tradizionale costruzione di una rete diffusa di sistemi verdi e corridoi rurali lungo le aree dotate di elementi d’interesse storico, culturale, agricolo e naturalistico.

da "la Provincia Pavese" mercoledì 20 ottobre 2010
Tempi brevi per l'approvazione da parte del Pirellone del Piano territoriale regionale che intende tutelare le zone a ridosso dei Navigli lombardi. Sono sette i Comuni della nostra provincia (Pavia, Certosa di Pavia, Borgarello, Giussago, Vellezzo, Bereguardo e Casorate) coinvolti nella valorizzazione e nella salvaguardia di questa fetta di territorio, attraversata o lambita dai 33 chilometri del Naviglio pavese e dai 19 chilometri del Naviglio di Bereguardo. Le linee guida, già in parte delineate, stabiliscono prescrizioni ben precise, come «una specifica fascia di tutela di 100 metri lungo entrambe le sponde», forniscono indirizzi e criteri da seguire nella pianificazione territoriale da parte di Comuni e Province, individuando «una fascia di 500 metri, ambiti per la rete verde regionale» e puntano a sviluppare la navigabilità del Naviglio, incentivando il turismo anche con la realizzazione di circuiti turistici. (Stefania Prato)
http://ricerca.gelocal.it/laprovinciapavese/archivio/laprovinciapavese/2010/10/20/PC4PO_PC403.html

Questo è quello che sino a oggi è stato "concretamente" fatto per il nostro territorio, anche in vista dell'Expo 2015. Oggi tutti si dichiarano interessati a realizzare progetti di vario tipo. Tanti si fanno in quattro quando c'è da parlare di cosa s’intende fare nella zona che ha come baricentro la Certosa di Pavia. Le idee non mancano a nessuno, ma riuscire a realizzarle è tutta un'altra cosa.
Ancora tanto altro ci sarà da fare in futuro.


Le indagini speculative non sono sempre fini a se stesse e cercare correlazioni e collegamenti logici non sono tempo perso. Collegare tra loro fatti e notizie che riguardano argomenti apparentemente diversi, è molto spesso illuminante.