giovedì 26 aprile 2012

Un Barcè alla Certosa di Pavia

Che cosa ci faceva questa mattina un Barcè parcheggiato sul piazzale davanti al monumento della Certosa di Pavia? Chi vive in provincia di Pavia non può non sapere cos'è un Barcé. E' la tipica barca fluviale, così chiamata a Pavia che, leggerissima, scorre agile e impavida sulle acque del Ticino. Lungo le rive dei nostri corsi d'acqua padani purtroppo non è più così frequente vedere queste imbarcazioni. Per secoli hanno solcato il fiume in lungo e in largo, mezzo di trasporto e strumento di lavoro per i pescatori di fiume.



Mi fermo a parlare con chi sta custodendo il Barcé parcheggiato e scopro che Guido Morandini, regista Rai, oggi è alla Certosa di Pavia. Sta facendo un viaggio. Un viaggio sui fiumi e canali lombardi, tra Po, Ticino e Navigli. Un viaggio che sarà anche un racconto televisivo, un documentario prodotto da RAI 5.

Il suo viaggio ha come obiettivo documentare le origini del Duomo di Milano. Tutto il percorso che, sulle acque dei canali navigabile e dei fiumi lombardi fece, dalle cave di Candoglia in quel di Brescia il famoso marmo rosato che servì per realizzare il Duomo di Milano ed anche la Certosa di Pavia. Durante il tragitto Guido Morandini (urbanista che ha collaborato alla realizzazione del Piano Regolatore Generale di Roma, Siena e Follonica) non è nuovo a questo tipo di esperienza e non vuole limitarsi a  risalire sulle acqua il percorso del marmo e dei materiali di costruzione della grande cattedrale meneghina, ma vuole incontrare il territorio e la sua attualità. Visito incuriosito il blog "Spartiacque - La cattedrale sull'acqua" dedicato a questa sua nuova avventura e leggo con piacere che sta percorrendo questo suo nuovo viaggio nella cultura e nell'umanità padana.

Oggi Morandini è qui a Certosa e con la telecamera sta documentando il marmo dei bassorilievi della facciata del Monumento, muto testimone che ha visto scorrere attraverso i secoli - la vita scorrere ai suoi piedi, come sulle rive dei nostri corsi d'acqua. Aspetto con ansia di leggere le altre tappe e poi infine di vedere il documentario in TV.