Buon 25 aprile a tutti... oggi si festeggia il 67° anniversario della Liberazione.
Il 25 aprile del 1945 i nostri padri e nonni onorarono l'Italia democratica liberandola dalla dittatura e portando la pace dopo una lunga guerra che fece milioni di morti in tutto il mondo.
Oggi voglio ricordare quello che fu l'impegno delle Aquile Randagie per la Liberazione ed alcune cose ai nostri ragazzi che spesso, purtroppo, non sanno nemmeno cosa si celebra oggi.
Primavera d'Italia, riappaiono gli Scout senza sventolii o esibizionismi, per collaborare con attività di soccorso e collegamento nelle ore cruciali della rivolta.
(da uno scritto di Guido Bertone)
Questo orgoglio va sottolineato perchè gli scout italiani sfidarono il regime fascista per diciassette anni e presero parte attiva alla Resistenza e alla lotta contro l’occupazione nazista. Voglio dedicare questo spazio ad alcuni accenni della storia delle Aquile Randagie, dell’OSCAR, e più in generale degli scout italiani che sfidarono il regime fascista.
Il fondatore dello scoutismo, Robert Baden-Powell,
era un militare pluridecorato che ne aveva abbastanza della guerra,
sognava un mondo in pace e delle armi voleva salvare solamente l’enorme
potenziale educativo della vita e dell’esplorazione nella natura,
dell’ingegnarsi per vivere con mezzi essenziali. Lo scoutismo fu pensato
da Baden-Powell con l’obiettivo di formare il buon cittadino,
competente, capace di grandi ispirazioni e capace di progettare una vita
autonoma e dedicata al servizio inteso non solo come servizio verso il
prossimo, ma come scelta di vita.
Lo scoutismo in Italia non potè convivere con il fascismo. Fin dai primi anni del regime fascista vi furono assalti alle sedi ed
episodi di gravi violenze commesse nei confronti degli scout. Il 23
agosto 1923 ad Argenta viene
assassinato don Giovanni Minzoni “colpevole” di aver zittito il
segretario locale del fascio che gli impediva tra le ingiurie di esporre
le finalità dello scoutismo in un pubblico evento. Era la vendetta nei confronti di un frequentatissimo gruppo
scout, dove il locale gruppo di Balilla non registrava che un solo iscritto.
Tra il 1927 e il 1928 il regime fascista sopprime definitivamente lo scoutismo. Gli scout di tutta Italia
organizzano cerimonie per la cessare le loro attività. Ma molti decidono di non cedere di fronte al
sopruso e prendono la via della clandestinità. Il caso più celebre è quello delle
Aquile Randagie, gruppo di scout clandestini attivo tra Milano, Como,
Parma e Monza.
Esponendosi a gravi rischi e con personali sacrifici
continuarono a svolgere attività e campi indossando con orgoglio
l’uniforme.
Riuscirono così a mantenere i rapporti con
l’organizzazione mondiale dello scoutismo. Il gruppo era ispirato dal
giovane educatore Giulio Cesare Uccellini (Kelly) e dall’esploratore Andrea Ghetti
(Baden).
Il gruppo riuscì a sventare tentativi di infiltrazione di
fascisti, si passava le informazioni sugli appuntamenti attraverso dei
foglietti che erano nascosti sapientemente nel foro della colonna di un
palazzo nei pressi di piazza del Duomo. Ancora oggi quando la stretta di mano con i mignoli
incrociati è quella che si usava negli anni della clandestinità.
Dopo la
caduta del fascismo e l’8 settembre, le Aquile Randagie decisero di
costituire l’O.S.C.A.R. (Opera Scoutistica Cattolica Aiuto Ricercati), con
l’obiettivo di trarre in salvo chiunque fosse ricercato dai
nazifascisti.
Nessuno come le Aquile Randagie conosceva la Val Codera, i cui
sentieri di montagna garantivano il passaggio del confine svizzero. Così
Oscar divenne presto un nome di persona, un tam-tam che celava
rischiose operazioni di salvataggio, la stampa di documenti falsi, la
diffusione della rivista clandestina “il Ribelle”. Celebre rimase il
“rapimento” dall’ospedale di un bambino ebreo destinato al campo di
sterminio.
L'attività dell'O.S.C.A.R. si riassume in 2.166 espatri clandestini,
tra i quali quello di Indro Montanelli, 500 preallarmi, 3.000 documenti
falsi e una spesa di 10 milioni di lire di quel tempo. LE attività
dell’O.S.C.A.R. fecero infuriare le SS e i Fascisti che iniziarono
la caccia all’uomo. Cominciarono i primi arresti, le torture e le
esecuzioni.
“Le Aquile Randagie considerarono tutto come dovere, come coerenza ad una Promessa che nessuna dittatura avrebbe potuto cancellare dal loro spirito. Agirono così, perché così dettò la loro coscienza; erano ragazzi di modeste famiglie del nostro popolo (...) Non pensavano ad un avvenire di conquista di potere, erano rimasti quello che un giorno si erano impegnati di essere: Scout. Solo questo, per un atto di lealtà verso se stessi e verso altri ragazzi cui un giorno avrebbero consegnato, intatto, un Ideale” Guido Bertone)
Val Codera - La Centralina (di Agesci Umbria) |