google.com, pub-1908550161261587, DIRECT, f08c47fec0942fa0 Pensieri sparsi: febbraio 2011

giovedì 24 febbraio 2011

Quando si parla di mobilità

Speriamo che questa volta sia la volta buona.

Non come quando, a settembre dell'anno scorso, mi capitò di leggere la notizia di un potenziamento del trasporto pubblico di cui poi non se ne fece nulla.

Si potrebbe anche sperare - nel concretizzare questo collegamento - che qualcuno pensasse, che ne so... magari la Provincia di Pavia e la Regione, anche a creare finalmente una linea di autobus (magari a chiamata, come proponeva Arfea) che colleghi in modo efficace la stazione FS di Guinzano a Borgarello, Certosa di Pavia, Giussago, San Genesio, Vellezzo Bellini, Zeccone.

Forse si farebbe prima a rimettere in funzione la carrozza del  tram a cavalli parcheggiata sul piazzale del monumento ... o a resuscitare il vecchio Gamba de legn

La carrozza superstite del tram "Gra. Car." del comm. Maddalena

Passante Milano-Pavia: la proposta



"Se la S2, linea ferroviaria suburbana, fosse estesa fino a Pavia, come gia' avviene per Lodi e per il nord della Lombardia, avremmo un reale potenziamento del trasporto ferroviario per tutto il sud Milano". Lo sostiene il consigliere regionale lombardo del Pd Franco Mirabelli, autore di un'interrogazione a riosposta immediata a cui, oggi in Consiglio regionale, ha risposto l'assessore regionale alle Infrastrutture e ai trasporti Raffaele Cattaneo.
''L'assessore - spiega Mirabelli - di fronte alla sollecitazione del Pd ha ammesso la necessita' di prolungare la linea ferroviaria suburbana S2 fino a Pavia, prevedendo fermate a Villamaggiore, Locate e Pieve Emanuele, ma non ha saputo dare risposta sui tempi di realizzazione. Evidentemente non e' una priorita', visto che si accampano ragioni economiche per il ritardo di un intervento che costa poco essendo la linea e le stazioni gia' attrezzate''.
Cattaneo in Aula ha pero' affermato l'intenzione di far partire dal prossimo contratto di servizio con Tln (Trenitalia LeNord) una sperimentazione in vista della futura introduzione della S2. ''Su questo - commenta Mirabelli - verificheremo la reale volonta' della Giunta a venire incontro alle esigenze di migliaia di pendolari e alla necessita' di spostare su ferro il traffico automobilistico per ridurre i tempi di percorrenza e porre un freno all'inquinamento''. 
Il Ticino del 22 febbraio 2011 

L'assessore regionale punta al prolungamento del passante
Un progetto sostenuto anche da Binasco e Lacchiarella

BINASCO

I treni del passante ferroviario milanese potrebbero arrivare fino a Pavia. Un'ipotesi caldeggiata anche dai sindaci di Binasco e Lacchiarella che ora sembra trovare conferma nelle parole dell'assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo.

«Regione Lombardia ritiene necessario estendere il prolungamento della linea S2 verso Pavia. Già nel 2006 abbiamo sottoscritto un accordo con Rfi per riservare la capacità necessaria per attivare il servizio delle linee S a sud e in particolare verso Pavia» ha dichiarato ieri Cattaneo durante la seduta del Consiglio regionale, rispondendo all'interrogazione di Franco Mirabelli (Pd) in merito alla possibilità di estendere le corse della linea suburbana S2.
«In questo momento di tagli alle risorse per il trasporto lombardo da parte del Governo - ha proseguito Cattaneo - il problema più rilevante rimane però la disponibilità delle finanze per il potenziamento dei servizi. Benché Regione Lombardia abbia aumentato i servizi anche in questo periodo in cui altre Regioni li stanno riducendo, siamo in una situazione in cui tutto il sistema ferroviario regionale è inevitabilmente condizionato dalla manovra finanziaria».
«E' già operativo un gruppo di lavoro della Regione con Trenitalia-LeNord - ha spiegato l'assessore regionale - che sta predisponendo tecnicamente tutti i progetti di dettaglio del servizio suburbano».
 Presto il tavolo tecnico dovrebbe essere allargato a un confronto con le istituzioni del territorio e gli utenti del servizio, «così come già avvenuto per il prolungamento dell'S9. L'obiettivo è quello di condividere per tempo con loro le modifiche degli orari e dei servizi».
«Con la revisione del contratto di servizio di Trenitalia-Lenord - ha concluso Cattaneo - alcune corse della linea S2, potrebbero essere prolungate a breve, in via sperimentale, da Milano Rogoredo fino a Pavia».«Regione Lombardia ritiene necessario estendere il prolungamento della linea S2 verso Pavia. Già nel 2006 abbiamo sottoscritto un accordo con Rfi per riservare la capacità necessaria per attivare il servizio delle linee S a sud e in particolare verso Pavia» ha dichiarato ieri Cattaneo durante la seduta del Consiglio regionale, rispondendo all'interrogazione di Franco Mirabelli (Pd) in merito alla possibilità di estendere le corse della linea suburbana S2.«In questo momento di tagli alle risorse per il trasporto lombardo da parte del Governo - ha proseguito Cattaneo - il problema più rilevante rimane però la disponibilità delle finanze per il potenziamento dei servizi. Benché Regione Lombardia abbia aumentato i servizi anche in questo periodo in cui altre Regioni li stanno riducendo, siamo in una situazione in cui tutto il sistema ferroviario regionale è inevitabilmente condizionato dalla manovra finanziaria».«E' già operativo un gruppo di lavoro della Regione con Trenitalia-LeNord - ha spiegato l'assessore regionale - che sta predisponendo tecnicamente tutti i progetti di dettaglio del servizio suburbano».Presto il tavolo tecnico dovrebbe essere allargato a un confronto con le istituzioni del territorio e gli utenti del servizio, «così come già avvenuto per il prolungamento dell'S9. L'obiettivo è quello di condividere per tempo con loro le modifiche degli orari e dei servizi».«Con la revisione del contratto di servizio di Trenitalia-Lenord - ha concluso Cattaneo - alcune corse della linea S2, potrebbero essere prolungate a breve, in via sperimentale, da Milano Rogoredo fino a Pavia».
la Provincia Pavese del 23 febbario 2011 

mercoledì 23 febbraio 2011

Eccellenze

Mi era già capitato qualche volta prima di oggi di pensare che ci sono realtà che si trovano vicino a noi che non vengono considerate abbastanza.

E' un classico aspetto del provincialismo italiano.

Provate ad andare a Milano e chiedete ad un milanese informazioni su qualcosa che non sia il Duomo o il Castello Sforzesco.

Probabilmente questi monumenti, visto che sono grossi e in centro, forse li ha visti. Se siete fortunati vi saprà indicare la Chiesa di santa Maria delle Grazie (dove c'è l'Ultima Cena di Leonardo da Vinci). Per i negozi vi indicherà la zona del Duomo, di San Babila e Corso Buones Aires. Provate a chiedere ad un milanese, nato a Milano, di indicarvi dove poter trovare un prodotto tipico ed esclusivo fatto a Milano.

Panico... ormai neanche più il panettone si fa a Milano, l'Alfa Romeo chi sa più dove la producono, la Lambretta è un pezzo da museo e via così.

Ammetto la mia ignoranza in fatto di birra e di non capire la differenza tra le diverse qualità.

Non ne sono un grandissimo appassionato, la bevo di rado. Preferisco il vino.

Sono comunque affascinato da quello che - qui vicino - ho visto sotto i miei occhi praticamente nascere, crescere e vincere due primi premi per due anni consecutivi.

Non è cosa da poco.

Complimenti a tutti quelli che ci lavorano con passione e che hanno evidentemente realizzato il loro sogno.

Birrificio Rurale - Agriturismo Didattico Fattoria l'Oasi

La miglior birra scura d'Italia nasce artigianalmente a Certosa
CERTOSA. La miglior birra scura di tipo inglese, ma rigorosamente made in Italy nasce tra le risaie di Cascine Calderari, frazione di Certosa.
La birra «Castigamatt» del Birrificio Rurale che i suoi creatori definiscono «pericolosamente beverina» per la leggerezza nonostante i sette gradi e mezzo, ha vinto il primo premio di categoria al concorso nazionale di Parma organizzato da Unionbirrai per le birre artigianali.
Al concorso, due giorni di degustazioni dedicate al meglio della produzione italiana di birra artigianale, hanno partecipato 397 birre prodotte in 83 birrifici, suddivise in venti diverse categorie.
Ad assaggiare e votare il meglio della produzione italiana venti giudici, metà dei quali riconosciuti a livello internazionale per la partecipazione a concorsi di livello mondiale.
«Ci siamo aggiudicati il primo premio nella categoria Delle birre scure ad alta gradazione di tipo anglosassone - spiega Lorenzo Guarino, uno dei sei soci del Birrificio Rurale -.
La birra si chiama "Castigamatt": è una scura realizzata con malti tostati, luppoli americani con sentori di pino. Nonostante i 7.5 gradi alcolici è leggera. Tanto che la definiamo "pericolosamente beverina"».
Ma come nasce l'idea di diventare birrai? «Da una passione condivisa - risponde Guarino -. Facevamo la birra in casa per passione, poi abbiamo deciso di farne una professione. Produciamo per i negozi e locali selezionati».
(s. ro.)
da "La Provincia Pavese" del 21 febbraio 2011

Diritto di replica

Pubblico integralmente senza alcun taglio la mail ricevuta stamane da Giovanni Evangelisti che è stata inoltrata - per la pubblicazione - anche a Curzio Bistrattin, Direttore Responsabile di ItineraCivitatis.

In effetti nell'ultimo post avevo chiesto io stesso che, se qualcuno ne avesse saputo più di me, avrebbe potuto documentare le mie imprecisioni o eventuali errori di esposizione.

Qui però non leggo rettifiche al mio post, per cui penso che - almeno per quanto lo riguarda - Giovanni non abbia nulla da correggere a quello che ho pubblicato.

Quello che non riesco a comprendere è il livore che si percepisce da quello che scrive l'amico Giovanni (non avendo avuto con lui alcun litigio lo considero comunque un amico), come se serbasse del risentimento o se fosse amareggiato per qualcosa in particolare.
Scrive anche - mi si corregga se sbaglio - a nome di ItineraCivitatis.

Le accuse che mi rivolge potrebbero essere considerate gravemente offensive per chi è estraneo ai rapporti personali che sono intercorsi tra il sottoscritto e Giovanni. Forse, non ha mai accettato il mio carattere, le mie contraddizioni, nonché il mio atteggiamento di fronte alla realtà politica ed alla società civile.

Personalmente non ho intenzione di dar peso a nulla di ciò è stato scritto e non raccoglierò nemmeno una di queste illazioni gratuite nonché infondate. Chi mi conosce ed ha condiviso le vicende citate sa esattamente come si siano svolti effettivamente tutti i fatti menzionati. Tutto il resto è da considerarsi alla stregua di una banale chiacchiera ... ognuno ne trarrà le proprie personali considerazioni.

Non sempre si è d'accordo con ciò che una persona dice, ma ognuno ha la possibilità di esprimersi e la libertà di esporre le proprie idee. Quello che si sente dire alle persone spesso, anche se non sempre, può non coincidere alle idee che si hanno. C'è chi non riesce ad esprimere ciò che ha in mente e che vuole sinceramente realizzare. E' anche probabile che le proprie idee non siano sempre condivise dagli altri. A volte questi pensieri vengono anche espressi in un modo che si fatica a comprendere.
Non esiste un "unico individuo" che può affermare di avere la “verità” in tasca.
Chi sa mettersi in discussione, accettando con serenità d'animo il contraddittorio, sa anche che questa è la base del vivere civile e democratico. La Libertà e la Democrazia è anche questo.

La mia intenzione è sempre stata - e lo sarà sempre - quella di esporre con la massima chiarezza possibile le informazioni e comunicare, anche esprimendo le mie idee ed i miei pensieri che possono - per fortuna -  non essere graditi o condivisi da tutti.

Infine, da questo post, ho attivato i commenti che saranno comunque soggetti a moderazione. Questo potrà ritardarne la pubblicazione.

Cordialmente


---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: Giovanni Evangelisti
Date: 23 febbraio 2011 10:17
Oggetto: risposta necessaria
A: Maurizio Marzano
Cc: Curzio Bistrattin
Le concedo di divulgare la mia esperienza integralmente sui suoi vari
blog per pari dignità della nostra opinione (pluralia maiestatis)
versus la sua personale visione inirente l'articolo del giornalista
Bistrattin su Itinera Civitatis.
...
L'enorme sforzo esercitato dalla Redazione del povero ma nobile
giornaletto di Certosa di Pavia "Itinera Civitatis" di essere
equilibrati ed equidistanti dalle burrascose intemperie politiche e
dalle piccolezze del quotidiano partitico del Comune di Certosa di
Pavia non compete al Sig. Marzano.
La mia esperienza personale: conosciuto per il Movimento "Certosa
merita di più", coinvolto a più riprese senza mai essersi voluto
impegnare in prima persona improvvisamente ha lasciato la
partecipazione ai progetti iniziali.
Cosa si è guadagnato l'"amico Maurizio":
In primo luogo ben sapendo che mi ispiravo alla "Lista 5 Stelle" e che
da tempo cerco di segnalare l'applicazione di una sorta di "moralità"
e verginità partitica ai candidati politici nelle elezioni ha colto il
disegno creando un gruppo "5 stelle" a Certosa.
In secondo luogo ha copiato l'idea del Gas Certosino inventandosi 6
mesi dopo un gruppo stupidamente concorrenziale viisto che per le cose
buone la domanda è poca e la papera non galleggia come recita un noto
motto comico.
In terzo luogo la sua partecipazione al nostro gruppo indipendente è
stata improvvisamente troncata per atteggiarsi amorevolmente con un
noto esponente in via di ascesa del Consiglio comunale di Certosa (non
una svendita certo, forse una passione passeggera) e i suoi accoliti.
Infine noto come il professionista dei blog, delle associazioni e del
web si presenta ormai più di B e delle sue veline in ogni ambito della
vita provinciale pavese tanto da chiedersi quando e quanto possa
lavorare nella sua vita (io oggi sono in ferie nda)..
Mi fa specie di come adesso si rivolti contro chi l'ha aiutato in
vario modo e che come gli è stato spiegato più volte cerca di
mantenersi integralmente lucido e ragionare dando spazio a
informazione e opinioni pur discordanti.
"Non condivido quello che dici ma sono disposto a morire purchè tu lo
possa esprimere".
Mi chiedo inoltre come mai fuori dall'Associazione Parco Visconteo
(non ci abita, ci ha partecipato da qualche mese, non si era mai
interessato prima?) possa esserne diventato l'opinion leader?!
Mi chiedo come mai in breve tempo sia diventato il referente del
Movimento 5 stelle, del Partito Democratico e amico dei maggiorenti di
Forza Italia di Certosa allo stesso tempo?!
Sarà anche bravissimo in questo ma allora sia anche gentile e stia
lontano dalla nostra forma di espressione locale, indipendente e
nobilitata dal nostro impegno quotidiano e soprattutto dal nostro
mensile cui arrogantemente voleva partecipare ma non è mai riuscito a
produrre un seppur minimo contributo di qualità e di indipendenza.
Cordialmente
Giovanni Evangelisti.

martedì 22 febbraio 2011

Chi paga e chi incassa ?

Ho letto l'ultimo numero del mensile ItineraCivitatis che viene prodotto e distribuito a Certosa di Pavia. Mi sono soffermato a leggere con attenzione l'editoriale di Curzio Bistrattin, che - con italico cerchiobottismo - non prende una posizione netta sulla questione centro commerciale di Borgarello. Non mi piace chi non sa dire si e no e si ferma al "ni" e al "so". A rischio di sbagliare, bisogna sapersi assumersi la responsabilità di una decisione. O si dice Si o si dice NO. Chi ha avuto la pazienza e la voglia di leggermi - qui e su facebook - sa come la penso su questo argomento. Il mio è un NO deciso e motivato

Tornando all'articolo - secondo me - l'amico Curzio fornisce informazioni non tanto precise che potrebbero fuorviare il giudizio di un lettore che non conosce tutti gli aspetti (che sono, a dire la verità, non proprio tanto semplici). Purtroppo a voler semplificare troppo le cose si corre questo rischio.

Nessuno dei pareri positivi o negativi dati dai comuni interessati ha, come conseguenza immediata e diretta, generato alcuna contropartita economica che può essere subito riscossa. Tutte queste sono "dichiarazioni d'intenti" che devono essere ancora sottoscritte in un atto formale "vincolante" per la società proponente l'intervento.

Ritengo quantomeno parziali, se non inesatti, i seguenti passaggi dell'articolo pubblicato sull'edizione cartacea di ItineraCivitatis di febbraio 2011 (file PDF):

1 - ... il nostro comune [Certosa di Pavia nda] dovrebbe beneficiare di 1,5 milioni di euro.

2 - E ce n'è anche per le associazioni di commercianti ed esercenti.

3 - ... prima di tutto 11,5 milioni per la viabilità, la bretella di Certosa, ...

4 - ... sembra incredibile a dirsi, in tutta questa storia il comune di Certosa sarebbe, stando ai numeri, quello che ci guadagna di più.

5 - ... il nostro Sindaco [Certosa di Pavia nda] ha saputo portare a casa un importante risultato, forse migliore rispetto a quanto ottenuto dagli altri amministratori seduti al tavolo.

Vado ad esaminare punto per punto le affermazioni scritte.

1 - La somma indicata dovrebbe essere l'equo compenso del depauperamento del territorio comunale? Incassare simbolicamente - una tantum (una volta sola e mai più) - circa 10 euro al metro quadro utilizzato basteranno a ricompensarci del degrado e dell'inquinamento che ne deriverà? Alla fine sarà Certosa il comune che sacrificherà la quantità maggiore di territorio a questo insano progetto di devastazione.

2 - Il Comune di Zeccone non è previsto dalla convenzione, ma chi sa esattamente quante sono le attività commerciali di Pavia, San Genesio, Giussago, Certosa e Borgarello?  A loro verranno date delle somme - non ancora quantificate con esattezza-  ma che potranno che essere pari ad una "elemosina" per un paio di anni e poi... via libera alle chiusure e ai fallimenti.

3 -  Bastano 11,5 milioni di euro per realizzare la "bretella" e la "tangenziale"? Dovrebbero essere in totale circa 8/9  chilometri di strade larghe 15/16 metri, con almeno 9/10 rotonde a livello campagna, due ponti sul Naviglio e i relativi innesti e le strade di collegamento alla viabilità esistente. Dove passerà la fantomatica "bretella" di collegamento della tangenziale e della ex SS35 con la provinciale per Zeccone? Dovrebbe sostituire il viale Certosa sino alla ferrovia e dovrebbe essere lunga almeno 2 chilometri. I terreni quali sono? Quelli sottoposti a vincolo paesistico stretto? La "bretella"  non risulta mai essere stata neanche abbozzata su alcuno dei disegni proposti - nonchè approvati - dal consiglio Comunale di Borgarello dalla società del Serrughetti.

4 - Il presunto "guadagno" dovrebbe venire dalla realizzazione delle infrastrutture viabilistiche. Ma questa somma comprende tutto? Per quello che si sa non sembra che ci siano i soldi per pagare gli espropri dei terreni privati. Queste somme - che molto probabilmente non ci saranno - le pagheremo tutti noi (anche se vale solo per chi le tasse le paga).

5 - Le somme in gioco sembrano grandi e, a conti fatti, non lo sono. Il valore economico degli incassi totali - una tantum - dovrebbero corrispondere a somme irrisorie: per Borgarello 32/33 euro al metro quadro, per Certosa 10 euro al metro quadro (vedi spiegazione al punto 1). Il vero affare lo farebbero altri. A Giussago tutta la somma, senza perdere terreni, al lordo dell'inquinamento (a Giussago il bioreattore è compreso nel prezzo?). A San Genesio i commercianti incasseranno l'elemosina prevista senza colpo ferire. Pavia si tratterebbe di pochi spiccioli, e si tratterebbe proprio di ben poca cosa. Per finire Zeccone non confina con Borgarello, per cui.... nulla.

Tanto vale la ricompensa - elemosina - che ci faranno per il consumo stimato di circa 50 ettari di terreno agricolo che non potrà essere più recuperato?

Le cifre che indico sono abbastanza precise perché le ho trovate negli Atti Pubblici. Sono il totale degli importi indicati nell'articolo 12 - Garanzie Fideiussorie allegato alla delibera che concede le licenze commerciali al Centro commerciale di BorgarelloSe si fa il totale di queste voci si arriva a circa 16,5 milioni di euro, centesimo più, centesimo meno. Se si vuole dare credito alle ultime promesse fatte non si va oltre ai 23/24 milioni e il controvalore del terreno aumenterebbe a 46/47 euro al metro quadrato (ma solo per Borgarello).
L'unico impegno che avrà la lottizzante sarà la firma di alcune polizze assicurative, contestualmente alla sottoscrizione della convenzione.

A tutt'oggi - nei fatti concreti e reali - nessuno ha firmato nessun impegno, non esistendo ancora nulla e, pertanto, tutta la carta che è stata prodotta e i fiumi di parole che abbiamo scritto e scriviamo, abbiamo letto e leggiamo, non ha impegnato nessuno a fare nulla e nessuno a ricevere neanche un centesimo.

Se qualcuno ne sa più di me potrà documentare i miei errori e imprecisioni.



Per finire voglio integrare questo lungo approfondimento con la lettera di Sandro Bruni - assessore comunale di Pavia al commercio ed alle attività produttive - che è stata pubblicata su "il Ticino" del 18 febbraio 2011, dove commenta ed esamina, con precisione di dettagli, la questione "pareri" dell'intricata vicenda.

Ecco chi ha detto sì al Centro Il Centro commerciale che nessuno voleva!!
Forse il Titolo era leggermente errato o meglio e certamente servito a richiamare le varie Amministrazioni interessate a maggior coerenza.
Però occorre far capire bene come stanno le cose ai lettori e cioè:
1) Regione Lombardia ha detto si al Centro commerciale e l’ha detto al termine della procedura come previsto dalla Legge
-Ma ha detto si ,. quindi lo voleva (1 a zero)
2) Il Comune di Borgarello tramite il Commissario prefettizio ha detto si al Centro commerciale e aveva detto si nel pieno delle funzioni di quel consiglio comunale fin dall’inizio della procedura (2 a zero)
3) L’Amministrazione Provinciale di Pavia ha èspresso in modo documentato il no al Centro Commerciale e l’ha detto quando previsto al termine della procedura (2 a 1 palla al centro vince il Centro commerciale !!!) –
Quindi già due si e quindi 2 Amministrazioni pubbliche che lo volevano!! -
I Comuni limitrofi all’area del Centro Commerciale cosa hanno detto (pur non avendo diritto di voto in Conferenza di servizi regionale esprimono il parere nella verifica della procedura che deve fare l’Amministrazione provinciale di Pavia) 11 Comune di Pavia ha detto no motivandolo sotto il profilo tecnico urbanistico commerciale, sociale e ambientale
E ha sostenuto con forza (citando Leggi e Finanziamenti Regionali) la necessita in vece di sostenere il mercato dei negozi di vicinato della nostra città
Il Comune di S Genesio ha detto no motivandolo adeguatamente.
Il Comune di Giussago ha detto si al Centro commerciale (motivandolo con alcune utilità pubbliche che ne deriverebbero). -
Ma anche prima l’Amministrazione comunale di Giussago ha detto si facendo sobbalzare sulla sedia i dirigenti del Pd locale
Il Comune di Certosa ha detto si con varie motivazioni prima fra tutte la realizzazione della tanto attesa tangenziale di Certosa
Concludendo gli unici no sono stati del Comune di Pavia e del Comune di San Genesio (che però come Certosa e Giussago non esprimono voto durante la Conferenza dei Servizi Regionale);
nonché il no dell’Amministrazione Provinciale di Pavia come già detto al punto 3). A chi dunque va rivolto il richiamo di maggior coerenza e rispetto dei cittadini nonché all’aiuto promesso ai negozi di vicinato?? - -
Alla Regione Lombardia che non ha tenuto conto né della densità dei Centri Commerciali esistenti né della realtà socio-economica pavese né tantomeno di quella ambientale e urbanistica.
E al Comune di Borgarello che se riuscirà trovare un centinaio o più posti di lavoro per chi? E quanti a part-time , ma si troverà nelle tasche diversi milioni di Euro in oneri vari!! -
Purtroppo nessuna testata giornalistica ha riportato la dichiarazione che il sottoscritto ha voluto riportare a verbale della Conferenza dei servizi Regionale esprimendo il no del Comune di Pavia al Centro commerciale di Borgarello e cioè:
A) che la ricaduta negativa sotto il profilo economico - sociale - urbanistico - ambientale ecc..si sarebbe esclusivamente riversata sul territorio del Comune di Pavia;
B) che occorre rivedere la normativa regionale non tanto per quanto attiene alla delega della Regione stessa ma alla non riconosciuta possibilità del comune sul quale ricadrebbe l’onere ambientale - paesaggistico - economico e sociale di poter esprimere appieno e con voto proprio il parere sull‘insediamento commerciale che pur non essendo sul proprio territorio ne viene pesantemente caricato e negativamente coinvolto anche contro l’espresso parere del proprio consiglio comunale.
Sandro Bruni
Assessore al Commercio e Attività produttive del Comune di Pavia

lunedì 21 febbraio 2011

Dentro la Certosa di Pavia

Dall'unica prospettiva possibile, in quanto protetto da una cancellata, nelle fotografie si ammira l'altare con il Polittico del Perugino conservato nella Cappella di S.Michele Arcangelo, posta sul lato sinistro della navata della Certosa di Pavia.

In queste antiche copie si possono vedere il demonio ucciso dall'Arcangelo Michele, il sacco dove la Madonna appoggia il Bambin Gesù e il cagnolino che accompagna Tobia che, nelle tavole originali, risultano essere stati tagliati. L'unico pezzo originale del Perugino è quello che raffigura il Padreterno Benedicente, affiancato dai Dottori della Chiesa dipinti dal Bergognone.



il Padre Eterno Benedicente

Come spiegato nell'articolo, gli originali delle tre tavole inferiori sono conservate al National Gallery di Londra.
I dipinti e i disegni che il Perugino creò per la Certosa di Pavia

Un sabato pomeriggio lontano dai rumori e dalla ressa della città. Un tuffo nella storia dell’arte, per imparare il significato di un quadro, immersi nei paesaggi rarefatti e nella bellezza dolce e astratta del Perugino (1450 circa - 1523).
Domani alle 15 nella sala Cartusiana della Certosa di Pavia, nell’ambito del ciclo di incontri dedicati al patrimonio artistico della Certosa e al suo Museo, lo storico dell’arte Furio Rinaldi coordinato da Letizia Lodi, direttore del museo della Certosa, terrà una conferenza dal titolo “Un’aria angelica et molto dolce. Perugino: dipinti e disegni per la Certosa”. Più che una lezione sarà una conversazione, accessibile anche a chi del Perugino conosce poco o niente, una storia romanzata che catturerà l’attenzione del pubblico. E alla fine, davanti al quadro, chiunque sarà in grado di leggerci qualcosa. A cominciare da quell’ “aria angelica et molto dolce” che è una peculiarità nella poetica di Pietro di Cristoforo Vannucci, in arte Peurgino: “Maestro Singolare, le sue cose hanno aria angelica et molto dolce”, così il pittore venne segnalato al Moro da un suo agente fiorentino, e per lo stesso motivo fu scelto per intervenire sulla Certosa di Pavia. «Il Moro - spiega Furio Rinaldi - era infatti alla ricerca dei migliori artisti fiorentini (Leonardo da Vinci era già a Milano) a cui assegnare due pale d’altare per quello che era il principale cantiere rinascimentale del ducato, la Certosa. Insieme al Perugino gli era stato segnalato Filippino Lippi, ma la bellezza e la delicatezza dei tratti del maestro di Raffaello non avevano eguali, Ludovico non ci pensò due volte e la commissione venne affidata nel 1496 al Perugino». L’artista, che allora era al vertice della sua fama (oltre al polittico stava progettando la pala di Cremona, quella di Bologna e il quadro con La Lotta di Amore e Castità eseguito per Isabella d’Este a Mantova), ci lavorò fino al 1500, mettendo anima e corpo in questo progetto, e il risultato fu «di tale bellezza e perfezione - continua Rinaldi - che spesso in passato è stata chiamata in causa la mano del suo allievo, Raffaello. Ma si sa, le opere giovanili di Raffaello non arrivano a una tale qualità». Il polittico si compone di due registri: quello inferiore (tre tavole da 126x58 centimetri) con La Madonna col Bambino, l’Arcangelo Michele e l’Arcangelo Raffaele con Tobiolo, dopo essere stato alienato nel periodo napoleonico e passato nella collezione Melzi d’Eril a Milano, fu venduto nel 1856 alla National Gallery di Londra, dove risiede tutt’ora, e da dove non è mai più uscito, negato a ogni prestito per mostra. Le tavole mancanti furono sostituite dalle copie attuali, realizzate tra il 1608 e il 1640 da un pittore lombardo, forse Giacomo Antonio Santagostino. La tavola superiore invece, con il Padre Eterno Benedicente, unica autografa del Perugino rimasta, è conservata ancora alla Certosa. Spiega Rinaldi: «Al momento delle soppressioni austriache-giuseppine del 1784 non venne riconosciuta come opera del maestro rinascimentale, ma assimilata al minore Mariotto Albertinelli, sfuggendo così alle requisizioni». Oltre a ripercorrere la storia del polittico, Rinaldi mostrerà anche dei bellissimi disegni preparatori (autografi) che il Perugino eseguì in fase di realizzazione.
Chiara Argenteri 

dalla Provincia Pavese del 18 febbraio 2011



lunedì 14 febbraio 2011

Una torta per una coppia speciale alla Certosa di Pavia

Cosa puo' legare una torta a una coppia con la Certosa di Pavia?
Lodovico il Moro e Beatrice d’Este sono la coppia che alla Certosa di Pavia aveva intenzione di riposare dopo la loro morte.
La torta, rinascimentale, è il Dolceriso, la cui ricetta nasce alla corte sforzesca e la leggenda narra che sia un'invenzione della moglie del Moro, la colta e giovanissima Beatrice d’Este.

Alla fine del millequattrocento Lodovico il Moro era il Duca di Milano ed aveva creato una corte splendente.
Per darsi ancor più lustro, dopo aver comprato un titolo nobiliare, avviò grandiose opere pubbliche e private, sostenne artisti e scienziati, organizzò feste danzanti e - forte del suo potere - si era portava a letto le più belle donne dell’epoca, tra le quali anche la dama di compagnia di Beatrice, la celebre Cecilia Gallerani che venne ritratta da Leonardo da Vinci nel dipinto "La dama con l'ermellino".

Beatrice, quando divenne duchessa di Milano, fu all'apice del suo successo culturale e mondano. Lo splendore della sua corte, nel seppur breve tempo della sua esistenza e al di sopra di ogni altra in Europa, divenne leggendario. I continui ed incessanti ricevimenti probabilmente portarono allo sfinimento Beatrice che morì di parto, dopo una grande festa a Milano - a soli ventidue anni - nel gennaio del 1497.

L'antica ricetta del dolce è simile a un budino di riso, ricotto e richiuso in un involucro di pasta frolla, arricchito con canditi, pinoli, mandorle e aromatizzato con acqua di rose. Considerata l’indole infedele del Moro, l’utilizzo dell’acqua di rose nella torta probabilmente non fu casuale. Pare che l’acqua di rose abbia speciali poteri. Guarirebbe le ferite inferte dai tradimenti ripetuti, indurrebbe l’amato a riprendere la via di casa, renderebbe romantici e diffonderebbe concordia, armonia e pazienza nella coppia.

Non si sa quante torte Lodovico riusci a gustare, ma l'acqua di rose, però, non è riuscita a sortire l'effetto desiderato da Beatrice, in quanto non si riunirono più, neanche dopo la morte.
La tomba che si può ammirare nel transetto a sinistra della Certosa di Pavia è infatti vuota.
Dopo la morte della moglie fu lo stesso Ludovico il Moro a commissionare l'esecuzione del monumento che avrebbe dovuto riunirli. Le sculture furono inizialmente sistemate nella chiesa milanese di Santa Maria delle Grazie. Per evitarne la distruzione, nel 1564 vennero acquistate dai monaci e portate nella Certosa di Pavia. 
Il duca di Milano, Ludovico il Moro, il 10 aprile 1500 venne fatto prigioniero dai Francesi e rinchiuso nel Castello di Loches, piccola cittadina della francese, dove - nel 1508 - vi morì. Attualmente é sepolto in nella Chiesa dei Padri Domenicani di Tarascona in Francia. La sua Beatrice invece è sepolta nella Chiesa dei Padri Domenicani di S. Maria delle Grazie in Milano.

Il cenotafio di Ludovico il Moro e di sua moglie Beatrice d'Este (Cristoforo Solari)
foto di Marco Bonavoglia

Dolceriso per il Moro


per la pasta frolla

400 grammi di farina
200 grammo di burro
180 grammi di zucchero
2 tuorli d'uovo

per il ripieno

250 grammi di riso
1 litro di latte
50 grammi di burro
mezza bacca di vaniglia
un po' di cannella
una buccia di limone
40 grammi di Pinoli
100 grammi di farina di mandorle
cedro candito
un tuorlo d'uovo
150 grammi di zucchero
un pizzico di sale
2 o 3 gocce di acqua di rose o olio essenziale di rosa per uso alimentare

Preparate la pasta frolla con lo zucchero, le uova, il burro, il pizzico di sale e la farina.

Impastare e mettere in frigo per 30 minuti.

Portare ad ebollizione il latte con i semi della bacca di vaniglia e la scorza di mezzo limone.

Versate il riso e cuocetelo per 30 minuti aggiungendo, a metà cottura, zucchero, un briciolo di sale, il burro e un cucchiaino raso di cannella.

Il riso dev'essere al dente e lasciato liquido (la cottura del riso deve essere come per fare una minestra).

A questo punto levate la buccia del limone e unite i pinoli, la farina di mandorle, il tuorlo, il cedro candito a pezzetti.

Unire al riso l'acqua di rose o l'essenza.

Foderate una teglia con la pasta frolla, mantenendo un bordo di circa 5 cm, e versateci il composto; chiudete la torta con un altro disco di pasta frolla e infornate a 180°  fino a quando non avrà acquisito un bel color biscotto.

Prima di servire il Dolceriso per il Moro, cospargere la parte superiore di filetti di mandorle e di zucchero a velo, magari disegnando un biscione, simbolo araldico degli Sforza...

domenica 6 febbraio 2011

Pipistrelli, biodiversità e stupidità umana

Leggo delle notizie che mi sbalordiscono e che mi lasciano l'amaro in bocca. Sulla provincia Pavese di oggi (come si può leggere sotto) viene raccontato uno sviluppo - a dir poco paradossale - della notizia, risalente al 30 luglio 2010 che spiegava come a Bereguardo vivesse una delle più grandi colonie di pipistrelli d’Europa.

La pianura padana - come tutte le aree umide - è una zona dove, non appena arriva la bella stagione, si vive in coabitazione con zanzare e altri insetti considerati "molesti".

Basterebbe solo questa motivazione a farci riflettere sull'utilità dei pipistrelli e degli altri loro predatori naturali.

Oltre a questo motivo si deve sapere che la colonia di Bereguardo é composta di esemplari della specie "vespertilio smarginato". Questa è una specie protetta, inserita negli allegati II e IV della Direttiva 92/43/CE "Conservazione degli habitat naturali e seminaturali". La specie animale è d’interesse comunitario e richiede una protezione rigorosa.

Lo sviluppo dei predatori d’insetti si può avere solo favorendo l’habitat naturale migliore e ideale, sia in ambiente acquatico per le libellule, i coleotteri e gli anfibi sia in ambiente aereo per i chirotteri (pipistrelli), le libellule e tutti i vari tipi di uccelli. L’obiettivo che bisogna perseguire è favorire il naturale miglioramento dell’ecosistema e, di conseguenza, ripopolare i predatori di zanzare. Per farlo si deve realizzare tutta una serie d’interventi di tipo agronomico-florovivaistico.

Qui vicino a noi, la Regione Piemonte, sembra che abbia fatto qualcosa per affrontare il problema legato alla tutela dei pipistrelli. Non mi risulta che la Regione Lombardia abbia fatto una cosa simile.

Per quanto riguarda quello che ognuno di noi può fare, nel suo piccolo, per “adottare" una famigliola di pipistrelli può leggere quello che ho scritto già qui in questo post.

La grotta dei pipistrelli rari di Bereguardo - (foto "la Provincia Pavese")

Il Parco del Ticino: «Dobbiamo farli tornare, servono all’ecosistema». Il sindaco: «Verificheremo cosa è accaduto»
Bereguardo, murata la grotta dei pipistrelli
Ospitava la colonia più grande d’Europa, rifugio chiuso durante i lavori in parrocchia
BEREGUARDO. Quando i duemila pipistrelli di Zelata torneranno questa primavera, troveranno la grotta sbarrata. Durante i lavori di sistemazione della grotta donata alla parrocchia della Beata Vergine del Monte Carmelo e San Giuseppe dalla prima «miracolata» di Lourdes, Maddalena Carini, il mese scorso è stata murata l’intercapedine che li ospitava. Nella piccola frazione alcuni sono indignati. Ma c’è anche chi esulta: «Finalmente se ne sono andati», dice una signora davanti alal chiesa.
La scoperta della colonia riproduttiva di pipistrelli Vespertilio smarginato (Myotis emarginatus) più numerosa d’Italia e d’Europa risale a luglio. Così dietro al cancello spesso sbarrato, a sinistra dell’altare bianco, erano iniziate le visite degli studiosi del Parco del Ticino, di università e associazioni ambientaliste di tutta Europa. Le altre colonie, infatti, raggiungono a malapena i 500 esemplari, e la specie, di interesse comunitario, è minacciata d’estinzione. A luglio erano stati annunciati interventi di ristrutturazione, ma senza alterazioni all’habitat dei pipistrelli. «Sapevamo dei lavori, e lo sapeva anche il Parco - spiega il sindaco di Bereguardo Roberto Battagin -. Ma la situazione è delicata, è un luogo di culto. Verificheremo che cosa è accaduto con l’ufficio tecnico».
Levata di scudi del parco del Ticino. Luigi Duse, vice presidente e responsabile della vigilanza commenta: «La colonia testimoniava quanto è importante la tutela ambientale per mantenere un ecosistema integro. Lavoreremo per ricreare le condizioni perché in primavera i pipistrelli possano tornare. Speriamo che tutti i soggetti territoriali interressati si muovano nella stessa direzione».
Anna Ghezzi 
dalla Provincia Pavese del 6 febbraio 2011

mercoledì 2 febbraio 2011

Giornata del Gatto, anche di quello viziato

Giovedì 17 Febbraio si festeggia la Giornata del Gatto e voglio dedicare a tutti in nostri amici felini questa poesia di Agostino Faravelli, poeta pavese, che ho trascritto dal suo blog.

Lui l'ha dedicata ad Arturo, il suo gatto viziato.

Amo i gatti e voglio dedicarla ad uno in particolare che adesso non c'è più...


La poesia e' in dialetto pavese, ma anche chi non lo parla riesce senz'altro a capirla.

Am ciami Arturo, sum un gàt,
sum bianch e ner, sum un mas-cètt,
go no bišogn da ciapà i ràt,
mi sum al gat d'un architètt.

Lü 'l vuraris ca staghi in cà
par tüt al dì in s'una pultròna,
a blamblanà da chi e da là,
pö fagh i füs a la padròna,
'nda föra sul par fa i bišogn...
pö turnà svèlt in sal sofà.

Sum no d'acord, nanca par sogn!!
Mi vöri viv in libertà.

Vo föra dal dì, anca la not,
vo in gir pri ort e pri giardin,
litighi cui gat, ciapi anca i bot,
vo a fa i cuncèrt, cercà i gatîn...
e 's vèda i sègn che 'm do da fa:
da quand sun mi 'n dal mè quartiér
tüti la pödan custatà
ch' en aumentà i gat bianch e nér.

Agostino Faravelli