Lunedì sera Armando Spataro ha descritto episodi che non ho mai dimenticato. Anch'io ho una certa età. Milano degli anni '70 era la mia vita di adolescente. Il racconto fatto sembra provenire da un'altra dimensione. Da un'epoca lontana, per molti, nel tempo e nello spazio. Il suo racconto è denso di aneddoti e particolari, non si ascoltano le fredde cronache giornalistiche di Brigate Rosse, di magistrati uccisi, di terrorismo internazionale. Il suo racconto è lucido e vivo, è pieno di particolari che danno spessore a queste pagine di storia vissuta in prima persona.
Negli anni '70 ero adolescente a Milano. Piazza Po. Parrocchia del Gesù Buon Pastore (G.B.P. per gl'intimi). Gruppo ASCI Milano XIX Martin Luter King, squadriglia Aquile. Ero scout. Gli amici erano la cosa più importante e c'erano giornate in cui non ci si poteva incontrare perché non ci si poteva muovere liberamente. I genitori erano assillanti. Dove vai? Con chi sei? Chi vedi? Non c'erano telefoni cellulari e le notizie non circolavano con la velocità di oggi. Anche i genitori meno ansiosi si preoccupavano di quello che si sentiva dire dal passaparola e dalle radio, dalle quali capitava spesso di ascoltare la cronaca di morti ammazzati. Erano appena nate le prime radio private in FM, con bassi costi di impianto e gestione. Le radio private, che all'epoca erano quasi illegali perché senza vere e proprie licenze, erano quello che oggi si può paragonare ad internet. Le radio private erano il nuovo mondo. Erano l'ultima frontiera della comunicazione. Potevi telefonare e andare in onda senza "filtro". A Radio Milano Centrale e Radio Milano Libera si poteva ascoltare la musica che non avevi mai sentito alla radio pubblica. A Radio Stramilano potevi chiacchierare anche di notte e chiedere la tua musica preferita. Andavo agli studi di Radio A, la radio della diocesi, dove lavorava un amico scout. Le radio libere facevano anche informazione. Molte facevano anche propaganda politica. Radio Popolare a sinistra, Radio University a destra.
A volte mi è capitato di trovarmi in situazioni che oggi sono impensabili.
Il ricordo assomiglia ad un sogno. E tutto ciò che accade lascia il segno.
Per andare e tornare da scuola prendevo i mezzi pubblici. Un sabato mattina c'era una manifestazione in centro. Capitava spesso in quegli anni. Quella mattina non circolavano i tram e si torna a casa a piedi. Non c'era traffico e camminavo sempre di buon passo; ero scout, ci ero abituato. Come al solito cercavo di percorrere la strada più breve e veloce. Passai, come al solito, da Via De Amicis. Come al solito ascoltavo con attenzione i rumori lontani. Sentivo, in lontananza, i rumori di una manifestazione. A tutto ci si riesce ad adattare e abituare. Poi, col tempo, ti rendi conto che non si trattava di cose proprio così "normali".
Tornato a casa, come al solito, accesi la radio e cercai di capire, sintonizzandomi sulle varie stazioni, cosa fosse accaduto. Non c'erano tante possibilità di avere notizie se non ascoltare le radio libere.
Era il 14 maggio del 1977 e solo alla sera si ebbero le notizie ufficiali dalla RAI che confermavano quello che avevo già sentito nel pomeriggio. Dopo circa mezz'ora da dove ero passato quella mattina, proprio lì, in Via De Amicis, il poliziotto Custrà era andato incontro alla morte. Quel corteo non doveva passare di lì.
Quel poliziotto non aveva nessun motivo per morire così. Nessuno può morire così.
Ma tutto si sedimenta dentro e quello che resta è la ferma consapevolezza è che ricordare queste cose ne vale, veramente, la pena.
La serata è stata moderata dall'avv. Luca Milani, dottorando di Procedura Penale presso
l'Università di Pavia e allievo del compianto giurista e professore Vittorio Grevi. |
Incontro con il procuratore Armando Spataro
Il gruppo scout AGESCI Pavia 4, in collaborazione con la comunità Casa del Giovane, ha organizzato, nel Salone del terzo Millennio in via Lomonaco 43, un incontro con Armando Spataro, procuratore della Repubblica aggiunto del tribunale di Milano.La serata sarà l'occasione, oltre che per presentare il libro "Ne valeva la pena", scritto dal magistrato, di parlare di costituzione, diritti e giustizia. Si toccheranno vari temi, dal caso Tobagi, alle Brigate Rosse, alla 'ndrangheta al Nord, ripercorrendo gli ultimi trent'anni di storia giudiziaria italiana. Il libro di Spataro ha come spina dorsale l'inchiesta sul caso Abu Omar, l'imam egiziano che venne sequestrato a Milano il 17 febbraio del 2003 dai servizi segreti americani in accordo con esponenti dei servizi italiani. Abu Omar fu poi trasferito al Cairo e lì sottoposto a torture per estorcergli informazioni: come il Parlamento Europeo e il Consiglio d'Europa hanno dichiarato, le indagini compiute in Italia lo hanno reso il caso meglio documentato di abusi compiuti in nome della lotta al terrorismo. La vicenda Abu Omar - con molti retroscena svelati in queste pagine - è una delle tante inchieste svolte da Armando Spataro in 34 anni di attività professionale, dalle indagini sulle Brigate Rosse e Prima Linea a quelle sulla 'ndrangheta trapiantata in Lombardia, per finire con quelle sul terrorismo internazionale. Armando Spataro racconta il suo impegno e quello di tanti altri colleghi a difesa della Costituzione, ripercorre ragioni e contenuti delle leggi ad personam. Una storia popolata di ricordi dolorosi e di facce ambigue, ma anche di persone amate e di esempi di coerenza, fino al sacrificio della vita.