domenica 10 ottobre 2010

Un minuto di silenzio

In questo periodo si miete il riso e la tradizione vuole che ogni borgo e paese organizzi una risottata in piazza.
Leggendo qua e là sul web si legge che c'è chi vanta tradizioni centenarie e come minimo decennali.
Si vedono rassegne fotografiche che celebrano fiumi di folla in attesa dell'agognato piatto di risotto.

Come in tutti i luoghi strettamente legati alle tradizioni contadine, le più belle e partecipate feste si facevano al termine della mietitura delle messi.
Dopo giorni e giorni di lungo ed estenuante impegno tutti i braccianti che, collettivamente, sotto il sole cocente, mangiati dalle zanzare, avevano lavorato alla mietitura del riso, dopo essersi brevemente riposati, si ritrovavano ed avevano voglia di fare festa.

Certosa di Pavia non vuole tradire questa tradizione e rito popolare.

Infatti il 26 settembre scorso, sotto la tettoia dell'Oratorio ci si è ritrovati per festeggiare il santo patrono San Michele e per l'occasione è stato preparata il tradizionale risotto.

Per conservare una traccia tangibile nei miei ricordi ormai porto sempre con me la macchina fotografica.

  


La domenica successiva, il 3 ottobre, si replica, questa volta in piazzale Monumento e viene organizzata dagli Alpini della Sezione di Certosa di Pavia.

 

Probabilmente non avrei scritto nulla di queste risottate, altri meglio di me lo hanno già fatto.
Non riesco però a non pensare che oggi si piange la morte di loro commilitoni, uccisi su di un fronte lontano nello spazio e, forse, anche nei sentimenti di alcuni di loro.
Gli Alpini sono forse il corpo militare più amato in Italia.
Sono apprezzati ed amati anche chi si dichiara anti militarista e pacifista.
Gli Alpini hanno sempre testimoniato la loro naturale vocazione di servizio con un impegno civile che li pone al di sopra di ogni possibile giudizio che si possa avere nei confronti delle guerre in cui hanno e stanno combattendo.
Purtroppo oggi capita che i nostri militari non difendano il suolo patrio ed uno strano malessere, forse causato  da un fronte così lontano e distante, come è stato anche testimoniato dalle riflessioni che si leggono anche sui social network da alcuni di loro, deve fare riflettere tutti noi.


Su le nude rocce, sui perenni ghiacciai, su ogni balza delle Alpi ove la Provvidenza ci ha posto a baluardo fedele delle nostre contrade, noi, purificati dal dovere pericolosamente compiuto, eleviamo l'animo a Te, o Signore, che proteggi le nostre mamme, le nostre spose, i nostri figli e fratelli lontani e ci aiuti a essere degni della gloria dei nostri avi.
Dio onnipotente, che governi tutti gli elementi, salva noi, armati come siamo di fede e di amore.
Salvaci dal gelo implacabile, dai vortici della tormenta, dall'impeto della valanga: fa che il nostro piede posi sicuro sulle creste vertiginose, sulle diritte pareti, oltre i crepacci insidiosi: rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra millenaria civiltà cristiana.
E tu, Madre di Dio, candida più della neve, Tu che hai conosciuto e raccolto ogni sofferenza ed ogni sacrificio di tutti gli Alpini caduti, Tu che conosci e raccogli ogni anelito ed ogni speranza di tutti gli Alpini vivi ed in armi, Tu benedici e sorridi ai nostri Battaglioni e ai nostri Gruppi.
Così sia.