google.com, pub-1908550161261587, DIRECT, f08c47fec0942fa0 Pensieri sparsi: La storia e il territorio - alcune riflessioni

sabato 7 agosto 2010

La storia e il territorio - alcune riflessioni

Mi piace essere informato e cerco sempre la fonte primaria dell'informazione.
Mi sforzo di documentarmi al meglio. Chi mi conosce lo sa.
Uno dei ''vantaggi'' dell’avanzare dell’età è il dormire meno che da giovani.
Questo lascia molto più tempo per riflettere e scrivere.
La realtà odierna può essere interpretata con lo studio di alcuni aspetti storici e demografici utili per sviluppare un'analisi oggettiva.
Nei secoli passati i comuni a nord di Pavia erano molti e poco popolati. Molti comuni erano poco più di una cascina ed erano tutti amministrati da feudatari. Il territorio si chiamava Campagna Pavese ed era divisa in Campagna Soprana a nord est (la zona verso Binasco e Siziano) e in Campagna Sottana a ovest (la zona verso Belgioioso e Lodi). La zona dove si trova l'attuale comune di Certosa di Pavia era sottoposta al potere feudale dei monaci del monastero della Certosa. La popolazione abitava quasi tutta all'esterno del perimetro del Parco Nuovo Visconteo, famosa riserva di caccia, che si estendeva tra il Castello di Pavia ed il Monastero.
La torre che si vede vicino alla chiesa di San Michele è forse l'ultimo elemento architettonico, giunto quasi integro e discretamente conservato fino ai giorni nostri, del lunghissimo e spesso muro di mattoni che recintava tutto il Parco Visconteo, circondandone tutto il perimetro per 22 chilometri.
Ho appena sentito al TG una notizia che forse in futuro avrà la sua importanza. Sembra che la Telecom voglia togliere le cabine telefoniche poco usate. Spero che questo monumento, testimone solitario di un antico splendore, sia finalmente liberato da quell'ormai inutile cabina telefonica che ormai non usa quasi più nessuno.
Prima di proseguire è interessante vedere la cronistoria - molto breve e sintetica - delle trasformazioni amministrative dei paesi che hanno fatto la storia del nostro comune. Certosa di Pavia - così come la conosciamo noi oggi nasce nel 1958. Quelle che ora sono le frazioni e località di Certosa di Pavia un tempo erano quasi tutti singoli comuni, dipendenti e governati da feudatari, ma ognuno dei quali con una loro propria specifica autonomia e diversità.
Notizie documentali certe le abbiamo a partire dalla seconda metà del XVIII secolo. Da quel momento possiamo ricostruire con certezza le vicissitudini amministrative dei paesi che costituiscono l'attuale comune di Certosa di Pavia. Il comune di Torriano era feudo del marchese Galezzo Pietragrassa di Pavia. Il comune di Torre del Mangano era  infeudato al monastero della Certosa di Pavia. Il comune di Cascine Calderari non era feudo e la giustizia era amministrata direttamente dalla città di Pavia. Il comune di Samperone, località nota fin dal XII secolo, era  feudo del conte Girolamo Lucini di Milano.
Nel 1872, viene soppressa l'autonomia comunale di Samperone che viene unito al comune di Torriano. La località di Cascina Colombara nel XVIII secolo viene aggregata al comune di Cascine Calderari sino a quando - nel 1872 - vengono entrambi uniti a quello di Torre del Mangano. I comuni di Cassine Sirigari, Cassine Calderari e Villalunga, nel 1872 perdono la loro autonomia e vengono unificati nel comune di Torre del Mangano. Nel 1929 Villalunga e Cassina Sirigari (Cassinino) passano sotto la potestà della città di Pavia e, soppresse le autonomie comunali di Borgarello, Torriano e Torre del Mangano, prende forma il ''nuovo'' comune di Certosa di Pavia. Infine, ultima variazione avvenuta nel 1958, Borgarello riconquista la propria autonomia.
Quando nacque, nel 1958, nelle varie frazione del comune di Certosa di Pavia abitavano poco più di 2000 persone. A partire dagli anni anni ’60, quelli del boom demografico diffuso in tutta Italia, si assiste anche qui ad un incremento demografico che si assesterà, in modo pressochè stabile fino ai primi anni del secolo attuale, a circa 3000 abitanti .
La caratteristica che identifica geograficamente Certosa di Pavia nella frazione di Torre del Mangano è la forma a "T". Si sviluppa principalmente solo sul lato Est della S.S.35 verso il monumento, mentre ad Ovest  della statale - dove c'erano la la fornace e il cimitero - le case nei primi due decenni di vita del comune erano poche.
La Cademartori, i Molini Certosa, la fornace e la Galbani della vicina Guinzano davano lavoro a molti, non solo delle frazioni di Certosa di Pavia, ma anche di tutti gli altri paesi del circondario.Nessuno poteva sapere, ne immaginare, che lo sviluppo economico di quel periodo così florido era destinato, di li a poco, a terminare.
Come si presentavano i paesaggi di queste zone negli anni 70 e 80 lo ricordo bene. Ero un ragazzo e da Milano venivo spesso in queste zone in bicicletta, da solo o con amici.. Abitavo vicino a San Cristoforo, sul naviglio ticinese, e la sgambata in bicicletta che si preferiva fare alla domenica era il giro dei navigli: Milano – Abbiategrasso – Pavia – Milano. Le alzaie del naviglio ticinese e di quello pavese erano (lo sono sempre state) piste ciclabili naturali che venivano ampiamente sfruttate ancor prima che il cicloturismo diventasse popolare. Da Abbiategrasso a Pavia poi era quasi tutta su strade di campagna che, nonostante tutto, ancor’oggi sono poco frequentate.
In quegli anni pensare ad uno sviluppo sostenibile del territorio forse non era ancora popolare come lo può essere oggi, anche se forse qualcuno - che viveva nelle grandi città - ne sentiva già l'esigenza e aveva ipotizzato un futuro ai più lontano. Questi strani soggetti venivano spesso definiti visionari dai cattivi pensieri.
Il comune di Certosa di Pavia, come tanti altri comuni limitrofi, forse ignari, continuarono il loro lento ma inesorabile sviluppo. Le numerose lottizzazioni edilizie di questi ultimi anni hanno determinato un netto aumento della popolazione (incremento di più di 1500 abitanti in dieci anni).
Per rimanere al tema d'attualità c’è da dire che oggi Torre del Mangano ha esigenze che solo trent’anni fa erano inimmaginabili. Il benessere economico del periodo di massimo sviluppo degli anni ’60 è ormai passato ed ora ci godiamo le eredità di quei tempi. Fortunatamente il degrado urbano e sociale che vediamo in tanti altri paesi e città (anche vicini) qui è molto meno presente.
Ma torniamo un attimo alle note storico-sociali.
Quando terminò la II guerra mondiale, Torre del Mangano era sede di alcune industrie importanti per la zona.
Negli anni ’60 a Certosa di Pavia nella frazione di Torre del Mangano vi era il fulcro dell'attività lavorativa industriale. Chi lavorava in Cademartori, ai Molini Certosa, o alla fornace (che era dietro al cimitero) preferiva tornare a casa e riunirsi nella piazza della propria frazione piuttosto che rimanere vicino al posto di lavoro. Chi abitava a Torre del Mangano a quell’epoca aveva capito che essere il polo d'attrazione poteva dare molte soddisfazioni.
A Torriano i più anziani ancora ricordano il loro bel viale alberato, la Via Principale, che collegava il centro del paese con la statale. Oggi il regolare ed initerrotto filare di aceri rossi è stato amputato con una rotonda. Quest'opera doveva essere l’imbocco di una strada che - nelle intenzioni del progettista - avrebbe deviato il traffico dell’ex S.S.35 da quello che ormai tutti, oggi, considerano il centro del paese.
A questo sorge spontanea una domanda. Perché oggi si considera la torre (porta d’ingresso del parco Nuovo Visconteo) il centro del paese? Forse perché c’è la chiesa? Il territorio di Certosa di Pavia, anzi la frazione di Torre del Mangano, in realtà un suo centro storico l’ha sempre avuto: è il Monastero, la residenza dei monaci feudatari di tanti terreni e cascine del circondario (ivi compresi i territori di Giussago e Borgarello).
Solo dopo l’unità d’Italia, nel 1866, i monaci residenti nel Monastero della Certosa, espropriati dai loro beni che diventano proprietà dello stato italiano, perdono il potere (quello temporale) sui territori che hanno governato ed amministrato per quasi 5 secoli.
A Torre del Mangano il cimitero, la posta, le scuole, il campo sportivo (vecchio e nuovo) e gli uffici del comune - i servizi - sono tutti ad ovest del Navigliaccio e della ex strada statale. Perchè? Perchè la zona est non è più edificabile (e si spera che lo resti) per i vincoli che derivano dalla presenza del Monastero.
Tutte le altre frazioni, tutti ex comuni, erano rimasti autonomi fino a poco prima della II guerra mondiale (ricordate le date? era il 1929 ed eravamo appena entrati nell'era fascista). In ognuno di questi paesi abbiamo la chiesa con la relativa piazza, il cimitero ed il campo per giocare al pallone. Sono paesi nati e cresciuti nei secoli sostazialmente in modo equilibrato e senza particolari interferenze. Gli spazi di aggregazione non mancavano ed esistono tuttora. Le strutture di aggregazione sono, come si usa dire oggi, diffuse capillarmente sul territorio.
La frazione di Torre del Mangano è stata sempre zona di transito e passaggio, con la porta d'ingresso per il Parco, con il treno che collegava Pavia a Milano, con il naviglio per le chiatte, con gli autocarri che portano la materia prima per la sua principale industria ancora funzionante (la costruzione dei Molini risale all'800 e nasce proprio qui per sfruttare l'energia della conca per il suo funzionamento), con i pulman dei turisti diretti al Monastero.
Tuti questi transiti e passaggi hanno sempre costituito la principale risorsa che ha permesso lo sviluppo economico della frazione di Torre del Mangano. Oggigiorno si è più intolleranti di un tempo perchè una volta il traffico era meno invadente.
Il destino dei luoghi sono nelle mani degli uomini e delle donne che ci vivono.
Comunque siano andati i fatti non è mia intenzione imputare colpe o responsabilità ad alcuno. Non è mia intenzione istruire sommari processi contro chi ha avuto - dai propri concittadini - la delega a gestirli ed amministrarli o contro chi non ha avuto questo gravoso incarico.