giovedì 5 agosto 2010

La tangenziale di Certosa di Pavia ed il Centro Commerciale di Borgarello

A riguardo del centro commerciale che viene prospettato a Borgarello, per la cronaca a se ne parla dal 2000 e visti i tempi i progetti dovrebbero essere molto precedenti.
Per aiutare la discussione critica e costruttiva sull'argomento trascrivo quello che è un'analisi molto dettagliata che è stata fatta da un autorevole sito specializzato in urbanistica e territorio.

Cito il sito Eddyburg.it, perchè, come dichiarano, "è un sito web non legato ad alcuna struttura o gruppo o istituzione o fedeltà. Si occupa di urbanistica, società, politica (urbs, civitas, polis) e di argomenti che rendono bella, interessante e piacevole la vita"

Come si può notare le intenzioni loro sono coincidenti anche a quelle di altri Blog esisteni a Certosa di Pavia (http://itineracivitatis.myblog.it/archive/2010/07/28/la-tangenziale-di-certosa.html), per cui le osservazioni fatte sul sito Eddyburg vanno lette in senso costruttivo.

Citazione dall'articlo : http://eddyburg.it/article/articleview/420/1/165

---  Borgo Borgarello ---
(PREMESSE)
Il celeberrimo complesso monumentale della Certosa di Pavia, famoso anche per aver dato il nome ai formaggi freschi prodotti negli stabilimenti lì vicino, ha la particolarità di non stare a Pavia, come farebbe pensare il nome. Si trova infatti nel territorio comunale omonimo, di Certosa, ed è l’estremità settentrionale di un insieme naturalistico e insediativo complesso, voluto e realizzato nei secoli dalla famiglia Visconti e per un lungo periodo anche recintato con una muraglia di 22 chilometri, dotata di porte come una vera e propria città fortificata. Solo, all’interno non c’erano palazzi e popolo, ma una grande riserva di caccia, con annessi alcuni stabili “di servizio”. Ora, il cosiddetto Parco Visconteo è uno dei punti più qualificati, se non il più suggestivo e prezioso, di una grande fascia verde più o meno continua che dai margini meridionali dell’area metropolitana milanese scende sino a lambire i margini del centro storico di Pavia, e quindi il parco del Ticino.
A differenza del parco urbano pavese della Vernavola, per esempio, il parco Visconteo “non esiste” se non nelle intenzioni di alcuni entusiasti, o nei progetti di riqualificazione annunciati dall’amministrazione provinciale, come quello di un Piano Paesistico, attuativo delle linee generali stabilite dal Piano Territoriale di Coordinamento. Il piano, si legge nel sito Metropolisinfo.it, “sarà pronto entro l’anno ... e serve ad evitare che possano sorgere strutture in contrasto con l’importanza storica del territorio”. Un territorio che comprende, ricapitolando, i comuni di Pavia a sud, Certosa all’angolo settentrionale ovest, San Genesio a quello est, e proprio al centro, fra il Naviglio e il tracciato della ferrovia, Borgarello.
Proprio qui, a partire dal 2000 si sono sviluppati rapporti fra l’amministrazione comunale e la Gestione Sviluppo Commerciale di Bergamo, rappresentante italiana della portoghese Sonae, per un centro integrato che, su una superficie di 200.000 (duecentomila) metri quadri, offra un insieme di servizi commerciali, terziari, di intrattenimento, culturali. Il che, da un certo punto di vista non fa una piega, perché se ci guardiamo intorno, anche qui nelle brume tra fantasmi viscontei, cosa vuole la società? La risposta mi pare innegabile: accesso ai servizi, anche di tipo commerciale.
....
(RIFLESSIONI)
Come già detto, il problema di qualunque sviluppo edilizio, qui, è quello da un lato di interrompere la continuità della rete di spazi aperti, e in più nel caso specifico di un “centro integrato” di scala regionale, quello di inserire un enorme attrattore di flussi che creerebbero la base alla domanda di ulteriori stravolgimenti nel sistema di accessi: quindi una reazione a catena tale da rendere quasi automatica l’abolizione - salvo residui visuali di testimonianza - dell’ambiente attuale e del sistema insediativo campi/irrigazione/viabilità secondaria. A ben vedere, un articolo dell’urbanista Giuseppe Boatti sulla Provincia Pavese del 4 ottobre scorso (“Quel che resta della Certosa”), non suona neppure troppo polemico quando osserva che il Sindaco di Borgarello vede: “La città futura fatta ... da mattoni, cemento, asfalto e metri cubi e quadri. E l’interesse comunitario finisce dove terminano i confini del proprio comune. Oltre? Ognuno per sé e Dio ce la mandi buona”. Perché la questione, qui, non sembra quella del “fare” o “non fare”, come posta nella solita prospettiva dei modernizzatori a senso unico, ma del “dove fare cosa, e per chi”. E forse vale davvero la pena di concentrarsi su quel “chi”, pensando a quanti giovani, casalinghe, pensionati, legittimamente auspicano una maggiore offerta di spazi per i servizi, il commercio, la cultura, l’intrattenimento. Basta vederli, in un giorno qualunque per non parlare del fine settimana, mentre si affollano accodati sulle strade grandi e piccole che qui percorrono il territorio su e giù. Ma, secondo i Comitati che si oppongono al Centro di Borgarello, hanno già un sacco di posti dove andare, in un raggio piccolo e medio. Sarà vero? L’unico modo per scoprirlo, come al solito, è quello di seguirli.
....

Discutiamone.

PS Gli oneri di urbanizzazione (13/14 milioni di euro) vanno al comune di Borgarello, non a Certosa o alla Provincia, per cui in Conferenza dei Servizi bisogna sapere dove trovare i finanziamenti per le infrastrutture sovraccomunali.
Una recente proposta, anche inserita nel PGT di Certosa prevederebbe la tangenziale partire da Torriano ed arrivare al Cassinino (circa 4 Km con 4 rotonde).
Per rendersi conto dei costi si veda l'articolo sul Mondo di Pavia http://www.ilmondodipavia.it/pagina.php?b=X505Pmk-S7 dove per la riqualificazione di 8 khilometri di una strada già esistente (la S.P. EX SS. 596) è prevista una spesa di 9 milioni di euro (senza compensazioni ambientali) finanziati all'90% dal Polo Logistico di Mortara S.p.A.