Cosa puo' legare una torta a una coppia con la Certosa di Pavia?
Lodovico il Moro e Beatrice d’Este sono la coppia che alla Certosa di Pavia aveva intenzione di riposare dopo la loro morte.
La torta, rinascimentale, è il Dolceriso, la cui ricetta nasce alla corte sforzesca e la leggenda narra che sia un'invenzione della moglie del Moro, la colta e giovanissima Beatrice d’Este.
Alla fine del millequattrocento Lodovico il Moro era il Duca di Milano ed aveva creato una corte splendente.
Per darsi ancor più lustro, dopo aver comprato un titolo nobiliare, avviò grandiose opere pubbliche e private, sostenne artisti e scienziati, organizzò feste danzanti e - forte del suo potere - si era portava a letto le più belle donne dell’epoca, tra le quali anche la dama di compagnia di Beatrice, la celebre Cecilia Gallerani che venne ritratta da Leonardo da Vinci nel dipinto "La dama con l'ermellino".
Beatrice, quando divenne duchessa di Milano, fu all'apice del suo successo culturale e mondano. Lo splendore della sua corte, nel seppur breve tempo della sua esistenza e al di sopra di ogni altra in Europa, divenne leggendario. I continui ed incessanti ricevimenti probabilmente portarono allo sfinimento Beatrice che morì di parto, dopo una grande festa a Milano - a soli ventidue anni - nel gennaio del 1497.
L'antica ricetta del dolce è simile a un budino di riso, ricotto e richiuso in un involucro di pasta frolla, arricchito con canditi, pinoli, mandorle e aromatizzato con acqua di rose. Considerata l’indole infedele del Moro, l’utilizzo dell’acqua di rose nella torta probabilmente non fu casuale. Pare che l’acqua di rose abbia speciali poteri. Guarirebbe le ferite inferte dai tradimenti ripetuti, indurrebbe l’amato a riprendere la via di casa, renderebbe romantici e diffonderebbe concordia, armonia e pazienza nella coppia.
Non si sa quante torte Lodovico riusci a gustare, ma l'acqua di rose, però, non è riuscita a sortire l'effetto desiderato da Beatrice, in quanto non si riunirono più, neanche dopo la morte.
La tomba che si può ammirare nel transetto a sinistra della Certosa di Pavia è infatti vuota.
Dopo la morte della moglie fu lo stesso Ludovico il Moro a commissionare l'esecuzione del monumento che avrebbe dovuto riunirli. Le sculture furono inizialmente sistemate nella chiesa milanese di Santa Maria delle Grazie. Per evitarne la distruzione, nel 1564 vennero acquistate dai monaci e portate nella Certosa di Pavia.
Il duca di Milano, Ludovico il Moro, il 10 aprile 1500 venne fatto prigioniero dai Francesi e rinchiuso nel Castello di Loches, piccola cittadina della francese, dove - nel 1508 - vi morì. Attualmente é sepolto in nella Chiesa dei Padri Domenicani di Tarascona in Francia. La sua Beatrice invece è sepolta nella Chiesa dei Padri Domenicani di S. Maria delle Grazie in Milano.
Il cenotafio di Ludovico il Moro e di sua moglie Beatrice d'Este (Cristoforo Solari)
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Dolceriso per il Moro
per la pasta frolla
400 grammi di farina
200 grammo di burro
180 grammi di zucchero
2 tuorli d'uovo
per il ripieno
250 grammi di riso
1 litro di latte
50 grammi di burro
mezza bacca di vaniglia
un po' di cannella
una buccia di limone
40 grammi di Pinoli
100 grammi di farina di mandorle
cedro candito
un tuorlo d'uovo
150 grammi di zucchero
un pizzico di sale
2 o 3 gocce di acqua di rose o olio essenziale di rosa per uso alimentare
Preparate la pasta frolla con lo zucchero, le uova, il burro, il pizzico di sale e la farina.
Impastare e mettere in frigo per 30 minuti.
Portare ad ebollizione il latte con i semi della bacca di vaniglia e la scorza di mezzo limone.
Versate il riso e cuocetelo per 30 minuti aggiungendo, a metà cottura, zucchero, un briciolo di sale, il burro e un cucchiaino raso di cannella.
Il riso dev'essere al dente e lasciato liquido (la cottura del riso deve essere come per fare una minestra).
A questo punto levate la buccia del limone e unite i pinoli, la farina di mandorle, il tuorlo, il cedro candito a pezzetti.
Unire al riso l'acqua di rose o l'essenza.
Foderate una teglia con la pasta frolla, mantenendo un bordo di circa 5 cm, e versateci il composto; chiudete la torta con un altro disco di pasta frolla e infornate a 180° fino a quando non avrà acquisito un bel color biscotto.
Prima di servire il Dolceriso per il Moro, cospargere la parte superiore di filetti di mandorle e di zucchero a velo, magari disegnando un biscione, simbolo araldico degli Sforza...