google.com, pub-1908550161261587, DIRECT, f08c47fec0942fa0 Pensieri sparsi: Pipistrelli, biodiversità e stupidità umana

domenica 6 febbraio 2011

Pipistrelli, biodiversità e stupidità umana

Leggo delle notizie che mi sbalordiscono e che mi lasciano l'amaro in bocca. Sulla provincia Pavese di oggi (come si può leggere sotto) viene raccontato uno sviluppo - a dir poco paradossale - della notizia, risalente al 30 luglio 2010 che spiegava come a Bereguardo vivesse una delle più grandi colonie di pipistrelli d’Europa.

La pianura padana - come tutte le aree umide - è una zona dove, non appena arriva la bella stagione, si vive in coabitazione con zanzare e altri insetti considerati "molesti".

Basterebbe solo questa motivazione a farci riflettere sull'utilità dei pipistrelli e degli altri loro predatori naturali.

Oltre a questo motivo si deve sapere che la colonia di Bereguardo é composta di esemplari della specie "vespertilio smarginato". Questa è una specie protetta, inserita negli allegati II e IV della Direttiva 92/43/CE "Conservazione degli habitat naturali e seminaturali". La specie animale è d’interesse comunitario e richiede una protezione rigorosa.

Lo sviluppo dei predatori d’insetti si può avere solo favorendo l’habitat naturale migliore e ideale, sia in ambiente acquatico per le libellule, i coleotteri e gli anfibi sia in ambiente aereo per i chirotteri (pipistrelli), le libellule e tutti i vari tipi di uccelli. L’obiettivo che bisogna perseguire è favorire il naturale miglioramento dell’ecosistema e, di conseguenza, ripopolare i predatori di zanzare. Per farlo si deve realizzare tutta una serie d’interventi di tipo agronomico-florovivaistico.

Qui vicino a noi, la Regione Piemonte, sembra che abbia fatto qualcosa per affrontare il problema legato alla tutela dei pipistrelli. Non mi risulta che la Regione Lombardia abbia fatto una cosa simile.

Per quanto riguarda quello che ognuno di noi può fare, nel suo piccolo, per “adottare" una famigliola di pipistrelli può leggere quello che ho scritto già qui in questo post.

La grotta dei pipistrelli rari di Bereguardo - (foto "la Provincia Pavese")

Il Parco del Ticino: «Dobbiamo farli tornare, servono all’ecosistema». Il sindaco: «Verificheremo cosa è accaduto»
Bereguardo, murata la grotta dei pipistrelli
Ospitava la colonia più grande d’Europa, rifugio chiuso durante i lavori in parrocchia
BEREGUARDO. Quando i duemila pipistrelli di Zelata torneranno questa primavera, troveranno la grotta sbarrata. Durante i lavori di sistemazione della grotta donata alla parrocchia della Beata Vergine del Monte Carmelo e San Giuseppe dalla prima «miracolata» di Lourdes, Maddalena Carini, il mese scorso è stata murata l’intercapedine che li ospitava. Nella piccola frazione alcuni sono indignati. Ma c’è anche chi esulta: «Finalmente se ne sono andati», dice una signora davanti alal chiesa.
La scoperta della colonia riproduttiva di pipistrelli Vespertilio smarginato (Myotis emarginatus) più numerosa d’Italia e d’Europa risale a luglio. Così dietro al cancello spesso sbarrato, a sinistra dell’altare bianco, erano iniziate le visite degli studiosi del Parco del Ticino, di università e associazioni ambientaliste di tutta Europa. Le altre colonie, infatti, raggiungono a malapena i 500 esemplari, e la specie, di interesse comunitario, è minacciata d’estinzione. A luglio erano stati annunciati interventi di ristrutturazione, ma senza alterazioni all’habitat dei pipistrelli. «Sapevamo dei lavori, e lo sapeva anche il Parco - spiega il sindaco di Bereguardo Roberto Battagin -. Ma la situazione è delicata, è un luogo di culto. Verificheremo che cosa è accaduto con l’ufficio tecnico».
Levata di scudi del parco del Ticino. Luigi Duse, vice presidente e responsabile della vigilanza commenta: «La colonia testimoniava quanto è importante la tutela ambientale per mantenere un ecosistema integro. Lavoreremo per ricreare le condizioni perché in primavera i pipistrelli possano tornare. Speriamo che tutti i soggetti territoriali interressati si muovano nella stessa direzione».
Anna Ghezzi 
dalla Provincia Pavese del 6 febbraio 2011