La successione cronologica delle notizie a volte fa perdere il quadro unitario d'insieme dei fatti. Gli articoli che leggiamo sono scritti da mani diverse e - senza disporre delle giuste chiavi di lettura - capita che l'interpretazione della realtà sia spesso difficoltosa.
La verità è composta di molti elementi ed è più complessa di come appare dopo la lettura dei quotidiani che spesso non va oltre alla superficie delle parole scritte. Molto spesso gli avvenimenti realmente accaduti sono diversi da come ce li siamo immaginati. Conoscere la provenienza e la paternità di quello che si legge chiarisce molti punti che possono risultare oscuri e dare adito a polemiche.
Tutto ciò, come ho già avuto modo di scrivere qualche giorno fa in questo post, è dettato dalla naturale parzialità che ognuno di noi ha. Sia ben chiaro che non voglio sindacare né sulla buona fede di alcuno né dare giudizi. Quello che mi interessa è cercare riportare le voci di chiunque e fare il quadro più completo possibile delle cose. In questo blog, non è un mistero, la cosa a cui tengo di più è dare risalto alle cose belle che ci sono qui a Certosa di Pavia e soprattutto valorizzare il suo Monumento. Mi sono sempre dichiarato appassionato amante di questi luoghi. Ho scritto molto, l'elenco è lungo, tanti miei post sono sui tesori custoditi in Certosa. Alcuni sono quelli del 18 ottobre 2009, del 4 luglio 2010, del 21 febbraio 2011 o quello tratto dal romanzo di Mino Milani che descrive la Certosa e i suoi Monaci. Altri invece sono legati a vecchi ricordi ed affetti personali.
Ma adesso torno ad esporre alcuni chiarimenti sul vero argomento di questo post: conservazione e gestione del Monumento della Certosa di Pavia.
Ognuno, si sa, tende a tirare l'acqua al proprio mulino. Sollecitato da chi mi ha posto domande sul significato di ciò che è stato scritto sulla Provincia Pavese il 22 febbraio, ho ricercato e confrontato altre posizioni e - per dare completezza, così come auspicavo nel mio precedente commento - reputo necessario ed indispensabile aggiungere un altro articolo: quello pubblicato il 9 febbraio 2012.
Questo riporta la cronaca - basata su fatti registrati dalla giornalista Stefania Prato che racconta fatti avvenuti e da lei sintetizzati - che forniscono un ulteriore e chiarificatore elemento che completa l'informazione.
Un giornalista è interlocutore che, ponendo domande e che analizzando le affermazioni che ascolta, ci permette di leggere una sintesi più imparziale dei fatti.
Nell'articolo del 22 febbraio, che peraltro è la trascrizione di una lettera inviata al quotidiano, viene indicato, giustamente, quale autore di tutto il testo un personaggio che si autodefinisce "storico dell'arte direttore del Museo della Certosa referente beni artistici Pavia". L'esame delle vicende narrate in questa lettera raccontano quello che questa persona ha vissuto direttamente e - senza voler nulla togliere alla sua elevata competenza tecnica - descrivono la realtà da lei vissuta con autoreferenzialità non mediata da nessun interlocutore.
Niente monaci in commissione per la Certosa
Restauro del monumento, nasce la commissione tecnica. È stato deciso ieri nell'incontro sollecitato da Provincia e Comune e convocato dal demanio, proprietario della Certosa con il provveditorato interregionale per le opere pubbliche per la Lombardia e la Liguria, le soprintendenze e la Regione. Assenti invece i monaci. Della commissione faranno parte il demanio, la soprintendenza e il provveditorato. «I tecnici individueranno gli interventi prioritari – spiega il vicepresidente della Provincia Milena D’Imperio – esistono già alcuni progetti di restauro da cui si partirà. Comune e Provincia lavoreranno in sinergia». Anche il presidente della Provincia Bosone conferma che la certosa è in testa alle priorità provinciali. Resta il problema delle risorse. «Ognuno farà la sua parte – fa sapere D’Imperio -. Non si esclude la possibilità di ricorrere a sponsor privati, a cui però bisogna dare un ritorno sull’investimento in termini d’immagine». Pubblicità: come sulla Minerva, a Pavia, magari. Marcello Infurna, assessore comunale al turismo, precisa: «Nel prossimo incontro verrà definito un protocollo d’intesa. Certosa vuole decollare, ma è necessario lavorare in sinergia con i vari enti».
Stefania Prato
da "la Provincia Pavese" del 9 febbraio 2012
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RIFLESSIONI
Ovvero, cosa c'è dietro ai racconti della stampa.
Per esperienza ho imparato che bisogna fare la tara a tutte le notizie che sono date a mezzo stampa.
L'ho potuto verificare direttamente in altre situazioni.
Di frequente i giornalisti ascoltano il suono di una sola campana, senza preoccuparsi di indagare più a fondo e di svolgere il proprio lavoro con completezza.
Molte volte questo accade per semplice superficialità e senza che ci sia un intento di dichiarata parzialità.
Leggiamo e ascoltiamo le notizie senza approfondire.
"L'ho letto sul giornale", "l'ha detto il telegiornale", tanto ci basta e così i fatti diventano imprecisi e confusi. Le informazioni sono incomplete, ma chi se ne frega più della verità. Non c'è tempo di approfondire e capire.
Pazienza.
Tanti fatti sono accaduti diversamente da come ci sono raccontati.
Pazienza se chi si attribuisce il merito di tante cose non se lo meriti.
O forse no.
Certosa di Pavia - cortile e accesso alla Sala Carthusiana |
La Certosa, il tavolo tecnico e le molte necessità di un monumento grandioso.
Alcune precisazioni doverose sulla questione della Certosa che ha fatto discutere. Per prima cosa occorre dire che il tavolo tecnico di lavoro tra i vari enti esiste dal dicembre 2010, convocato dall'allora direttore del Demanio Lombardi con l'assessore Renata Crotti e le due Soprintendenze di settore e più volte ripreso fino all'ultimo del luglio 2011. Ogni ente aveva dal gennaio 2011 preso precisi impegni, dettati dalle urgenze su vari fronti. Inderogabili sin da allora la sistemazione del parcheggio esterno e la riapertura del bar chiuso da più di un anno. Noi abbiamo fatto collocare a spese nostre pannelli Mirabilia, in fondo al viale, e in altri punti strategici, sin dal dicembre 2010. Benissimo ripartire ora. Intanto la Soprintendenza che ha in carico lo splendido Museo ha incaricato - dal febbraio scorso - un collaboratore di redigere un progetto di illuminotecnica delle cappelle della chiesa, e soprattutto di revisione e messa a norma dell'impianto elettrico di tutto il monastero, cui non si poneva mano da più di vent'anni, e segnalato come urgente sin dal primo tavolo del gennaio 2011. Su questo progetto di illuminotecnica, in seguito all'approvazione della commissione, si auspica possa investire anche una banca pavese. Nel 2011, oltre agli eventi mensili nella sala Cartusiana, e oltre a un convegno internazionale sulla terracotta rinascimentale che ha richiamato studiosi e pubblico in Certosa, e ad un concerto natalizio, nello studiolo affrescato del Museo, e alla programmazione prevista per quest'anno, la Soprintendenza beni artistici si è accollata parte dell'intervento di somma urgenza di 55mila euro, insieme alla Direzione regionale per i beni culturali, per l'intervento impianto di allarmi e antincendio messo ko dal fulmine di fine marzo, pur di far fronte all'agibilità. Se non si fosse intervenuti la Certosa sarebbe chiusa dal primo aprile 2011. Si scrive questo non certo per polemica, sapendo bene come tutti gli Enti siano carenti di fondi, ma per precisare che i compiti assegnati mensilmente dal tavolo, non sono tanto stati per così dire svolti. Sin dall'anno scorso si erano evocati sponsor privati e soprattutto il ri-inoltro ad Arcus di un progetto globale su impianti, bagni interni al complesso certosino, consolidamento dei chiostri, dipinti murali della chiesa. Si era già steso da parte delle due soprintendenze un elenco di interventi urgenti sia di carattere architettonico sia sul patrimonio artistico. Per tenere aperto il Museo la SBSAE di Milano ha investito 40mila euro. Per pulizie e manutenzione Museo: 4500 euro l'anno; costi per la collaborazione di un Ufficio tecnico per il Museo: 3500 euro l'anno; oltre all'opera di volontariato di che scrive. Circa la valorizzazione scientifica di tutto il patrimonio artistico sia della Chiesa sia del museo, a luglio scorso si è avviata e già conclusa in dicembre una catalogazione digitale di tutte le opere, con le riproduzioni fotografiche a colori, nell'ambito del progetto Musei d'Italia, voluto dal Mibac e la Certosa è stata scelta tra 7 monumenti lombardi, e queste 700 schede digitali saranno consultabili on line dal prossimo aprile, nel sito dedicato alla Certosa e Museo, realizzato con il coordinamento della Direzione Regionale. Questo è un grosso contributo alla valorizzazione e divulgazione del patrimonio certosino, non più solo confinato ai libri specialistici,ma fruibile da chiunque e ovunque, ed è un'altra offerta non solo a Pavia ma alla comunità, che se pagata all'esterno del Mibac avrebbe richiesto un costo elevato. Per l'estate è prevista una Mostra sulle fotografie storiche di fine Ottocento - inizi Novecento che riproducono la Certosa, unita ai percorsi degli scrittori stranieri che descrivono ammirati quel gioiello del Rinascimento lombardo *storico dell’arte direttore del Museo della Certosa referente beni artistici Pavia.da "La Provincia Pavese" del 22 febbraio 2012
uno dei pannelli Mirabilia |