google.com, pub-1908550161261587, DIRECT, f08c47fec0942fa0 Pensieri sparsi: Tre uomini in corriera (per tacere del "poma")

martedì 7 settembre 2010

Tre uomini in corriera (per tacere del "poma")

Ovvero "La controversa vicenda dei bus a chiamata che ARFEA voleva per il nord Pavese e bocciati dalla Provincia di Pavia"

L'altro giorno leggo sul quotidiano la Provincia Pavese che il trasporto pubblico locale sembra destinato a migliorare.
Bus a chiamata per i pendolari del Pavese
BINASCO. Conquistare una nuova fetta di territorio (il Pavese) grazie ad un esperimento già perfettamente riuscito in Oltrepo, dopo le polemiche estive sulle corse tradizionali.
Arfea annuncia lo sbarco del flexibus, la mini-corriera a chiamata, che stando alla stessa società di autotrasporto, ha ricevuto un altissimo consenso fra gli utenti a Voghera, Stradella e dintorni.
Quasi il novanta per cento di apprezzamento, secondo il sondaggio commissionato dalla stessa azienda, per comodità, puntualità e copertura del territorio.
In una vastissima area come l'hinterland fra Pavia e Milano, dove fra l'altro i disservizi non si contano più fra corse saltate, corriere strapiene, orari troppo rigidi, Arfea punta sull'agilità del bus a richiesta.
Che un innegabile vantaggio, rispetto alla tradizionale linea a fermate, ce l'ha. «Possiamo arrivare anche nelle frazioni più sperdute, dove l'utenza è troppo esigua per metterci una fermata fissa - spiega l'amministratore delegato della società, Francesco Franco -. Del resto, il numero di viaggiatori è in continuo aumento. A maggior ragione in pianura, fra Pavia e Milano, dove negli ultimi anni c'è stato un boom di residenti». Molti dei quali sono andati ad abitare non solo nei piccoli paesi, ma addirittura nelle frazioni pur di sfuggire alla frenesia della metropoli. L'altra faccia della medaglia, però, è stata la difficoltà di collegamento con le città.
Arfea svolge il servizio soprattutto in Oltrepo, ma è attiva anche nel Pavese con la linea tradizionale. E' presente, fra l'altro, in centri abitati importanti, come San Martino, Cava Manara, Linarolo, Certosa, Casarile e Binasco. Destinazione finale, Famagosta a Milano.
«Flexibus non sostituisce, ma completa l'offerta - spiega ancora Franco -. Il nostro servizio dà anche un altro vantaggio. Oggi gli orari di lavoro non sono più fissi come una volta. La mini-corriera a chiamata è in grado di dare la possibilità di utilizzare comunque il trasporto pubblico con una semplice telefonata il giorno prima».
Un concorrente in più per la Sila, che in questi anni ha avuto praticamente il monopolio nell'hinterland. Monopolio perso proprio ad agosto, quando la Provincia di Milano ha firmato un contratto di servizio con Cal (Consorzio autoservizi lombardi) formato da un pool di aziende - fra cui anche Sila - che dovrebbe finalmente migliorare il servizio e potenziare il parco mezzi.
Giovanni Scarpa
la Provincia Pavese del 2 settembre 2010
La notizia ha illuso me e molti pendolari che ogni giorno si muovono dalla nostra zona, chi verso Milano, chi verso Pavia.

Infatti il giorno successivo, sempre sullo stesso quotidiano, leggo l'annuncio dell'assessore ai trasporti della Provincia, uomo scelto dal signor Poma, che si precipita prontamente a comunicare che non ha nessuna intenzione di venire incontro alle esigenze dei molti pendolari pavesi.
E la Provincia boccia i mezzi a chiamata nel PaveseCASARILE. Flexibus nel Pavese? Neanche per sogno.
L'assessore ai Trasporti, Romano Gandini, boccia la proposta di Arfea. «L'appalto nell'hinterland l'ha vinto Sila. Arfea non ha alcun contratto di servizio, nè competenza per inoltrare una proposta simile. E anche se fosse, dove li prendiamo i soldi per un servizio in più?». Per la Provincia, dunque, discorso chiuso ancora prima di cominciare.
Ma la società non fa marcia indietro.
Anzi, rilancia. «La nostra proposta resta valida - insiste l'amministratore delegato Francesco Franco -. Lo ripeto, il flexibus è un servizio che ha ricevuto il massimo apprezzamento laddove lo abbiamo sperimentato. Cioè nell'Alessandrino e in Oltrepo. Perchè non proporlo anche nel Pavese? Ribadisco anche che non si tratta di una linea sostitutiva di quella tradizionale, ma semplicemente un'offerta in più. Che ha il pregio di non sottostare ad orari vincolati e fissi. Forse l'assessore confonde le due cose. Ad ogni modo, siamo assolutamente convinti della bontà della nostra idea. E incontreremo Gandini quanto prima per potergliene parlare».
Nonostante il no di piazza Italia, l'idea però piace ai sindaci del Pavese.
Giuseppe Brusadelli, sindaco di Casarile è il più convinto di tutti. «Sono assolutamente favorevole all'iniziativa - dice -. Come ben sanno gli utenti dei paesi al confine fra Pavia e Milano, Sila non brilla certo per efficienza e puntualità. I disservizi sono all'ordine del giorno. E allora perchè non dare la possibilità ai nostri cittadini di avere un servizio in più?».
«Avere qualcosa di aggiuntivo, e non sostitutivo, mi trova perfettamente d'accordo» dice anche il sindaco di Binasco, Giovanni Castoldi. Che però aggiunge: «Bisogna vedere in concreto, poi, in cosa consiste il servizio prima di dare un giudizio definitivo».
Sostanzialmente sulla stessa lunghezza d'onda il sindaco di San Martino, Antonio Barella: «Se il servizio serve davvero e funziona, ben venga. Sarebbe una cosa in più. Purché, però, sia davvero utile all'utenza».
Anche Corrado Petrini, sindaco di Certosa di Pavia, sarebbe favorevole. «Ora, con l'inizio della scuola, ricominceranno i veri problemi - sostiene il sindaco di Certosa -. Un servizio aggiuntivo servirebbe, soprattutto per le frazioni. Ma chi paga?». Giovanni Scarpala Provincia Pavese del 3 settembre 2010
Quando l'assessore chiede "chi paga" forse si dimentica che sono i contribuenti onesti (soprattutto pendolari non per proprio svago) che pagano ogni mese con le proprie tasse un servizio che, spesso, e' molto carente e scadente.

Sarebbe bello, per esempio, avere un collegamento più efficiente (e magari puntuale) che collegasse i numerosi paesi, Borgarello, Certosa, Giussago, Vellezzo Bellini, Zeccone e le loro frazioni (tutte distanti pochi chilometri) alle coincidenze dei treni locali che fanno sosta alla stazione FS di Certosa di Pavia.

Probabilmente l'attuale assessore non ha bisogno di un simile servizio e non si rende conto dei disagi di un pendolare.

Chi ha l'ambizione di governare in futuro la Provincia (visto che nella primavera del 2011 si svolgeranno le elezioni per il rinnovo dell'amministrazione provinciale), sappia dimostrarsi piu' sensibile a questo come ad altri problemi.

Magari saranno solo le solite promesse elettorali, fatte solo per accaparrarsi i voti degli elettori indecisi.

Ai posteri l'arduo cammino, restando solo con la speranza di una maggiore attenzione - da parte di chi verrà eletto per gestire i nostri soldi - che sia piu' responsabile nell'amministrare meglio e dare a tutti i migliori servizi pubblici.
Nota esplicativa al titolo.
La parola "poma" scritta in minuscolo, in dialetto lombardo, significa "melo" (albero o frutto, al plurale "pomm").
Adattamento del titolo del famoso romanzo inglese di Jerome K. Jerome "Tre uomini in barca (per tacere del cane)" .